Convivere con un cane è meraviglioso, è il compagno silenzioso delle nostre giornate, dei nostri momenti più intimi. Possiamo tranquillamente dire che il cane è l’unico a conoscere il nostro vero io, perché a lui non nascondiamo nulla, non siamo preoccupati di indossare la maschera che la quotidianità ci impone, con lui siamo più autentici che mai. Il rapporto uomo-cane è una simbiosi fatta di do ut des, di scambio quotidiano, lui ci offre amore, aiuto, compagnia e noi lo teniamo al sicuro, ci preoccupiamo del suo benessere e della sua felicità.
Se pensiamo di essere i padroni di Fido, abbiamo una concezione sbagliata del rapporto che abbiamo con lui. Essere padrone significa “possedere” qualcosa, ma noi non possediamo il nostro cane, gli vogliamo bene, noi proviamo dei sentimenti intensi verso di lui. Questi sentimenti nascono nel profondo del nostro essere, accompagnano l’uomo dalla preistoria, da quando probabilmente in una fredda notte un abitante delle caverne e un lupo scoprirono di poter condividere il giaciglio accanto al fuoco, l’uno per avere una guardia nella notte, l’altro per aver del cibo assicurato.
Da quel momento i millenni sono passati, di quel lupo e di quell’uomo preistorico resta solo un’eco, noi siamo cambiati, i cani sono cambiati, insieme abbiamo valicato i confini della storia fianco a fianco, condividendo gioie e dolori. La relazione che abbiamo con Fido è basata sulla reciprocità, rispetto e affetto condiviso.
Gli specialisti di psicologia animale affermano che un rapporto equilibrato con il cane dipende dal nostro modo di approcciarci alla sua natura. Lo amiamo molto, ma proprio per questo non possiamo non stabilire regole e paletti. Il cane è un animale da branco e il branco è un microcosmo con ruoli precostituiti e disciplina.
Ci viene ricordato sempre che il cane deve vedere in noi un misto della figura materna e del suo alfa. Questo è fondamentale per lui e per noi, non possiamo educare in maniera diversa un Pitbull o un Pinscher, entrambi devono vedere in noi la figura di riferimento, per avere un inserimento sociale equilibrato e riconoscere il ruolo che hanno nella nostra vita.
Il mio cane mi vuole bene?
Tutti noi amanti dei cani sappiamo quanto il nostro peloso ci ami e non è facile esprimerlo a parole. Ci sono quei momenti in cui ci fissa negli occhi come se fossimo l’ottava meraviglia del mondo, oppure quando trascorre la giornata a letto con noi, perché abbiamo la febbre e lui è lì, sdraiato sul letto, con tutta la pazienza del mondo a farci compagnia.
Non siamo mai soli, viene con noi in bagno, ci segue mentre puliamo casa, se facciamo avanti e indietro durante una telefonata lui cammina con noi. Il fatto che per lui veniamo al di sopra di tutto è palese in questo piccolo esperimento. Se siamo sul divano insieme e decidiamo di sederci per terra, anche in maniera scomoda, Fido non avrà esitazione, scenderà dal divano per stare con noi scomodo a terra. I cani capiscono le nostre emozioni, colgono tutti i segnali.
Sono in grado di percepire stati d’animo come la felicità, l’ansia o la tristezza, e spesso reagiscono di conseguenza, mostrando comportamenti protettivi o di consolazione nei nostri confronti. Se percepisce che qualcosa non va, farà di tutto per rasserenarci, anche solo con la sua presenza e questo è un grande atto di amore.
Il tuo cane ti vuole bene, se sei la sua persona. Questo detto è importantissimo per il nostro rapporto con Fido, lui è un animale sociale ed è portato in natura a creare gruppo. Ovviamente come per le persone esistono caratteri diversi, ci sono animali timidi, animali più socievoli, animali più affettuosi e più riservati. A prescindere dal suo carattere e dal rapporto stretto che avrà con i nostri familiari, se noi siamo la sua persona lo capiremo.
Lui ci cercherà, vorrà passare tempo con noi, cercherà la nostra approvazione e ogni volta che ci vedrà i suoi livelli di serotonina saliranno alle stelle. È stato scientificamente provato che il cane, quando vede il suo amico umano, prova una sensazione così intensa di gioia, paragonabile all’innamoramento. Questo rapporto privilegiato è qualcosa di intenso e reciproco, percepibile anche dagli altri. Pensate a quanto sarebbe stato diverso il film Io sono leggenda, se Will Smith non fosse stato accompagnato nelle sue giornate in solitaria dalla magnifica Sam, un bellissimo esemplare di Pastore Tedesco.
Possiamo fraintendere comportamenti del cane e confonderli con amore?
Dobbiamo sempre ricordare che il cane comunica con noi e non solo lui deve sforzarsi di capire il linguaggio umano, anche noi dobbiamo comprendere il linguaggio canino. Se il nostro amato Fido tende a saltarci addosso con troppa frequenza o cerca di dominarci con le zampe, specialmente se è una cane di grossa taglia, questo comportamento va corretto, perché non è gioia.
Il contatto fisico eccessivo manifestato in questo modo non va assecondato, perché non è espressione di amore, ma di dominanza e non va assolutamente avallato. Questo principalmente perché non ci garantisce l’assoluto ascolto da parte di Fido in situazioni di stress, perché non riconosce la nostra autorità.
Lo stesso accade quando il cane in situazione di pericolo si mette davanti a noi. Succede molto spesso quando il cane è maschio e la sua “padrona” è una donna. Questo può generare una sorta di fraintendimento, perché il cane non è avulso dalla sessualità e capisce se la sua persona è un uomo o una donna. Il problema potrebbe verificarsi sempre con un cane di grossa taglia, a meno che per esigenze particolari non sia stato addestrato alla difesa.
Fido deve capire che una donna è perfettamente in grado di proteggersi da sola, non deve assumere atteggiamenti di protezione in ipotetiche situazioni a rischio, perché questo non è sintomo di amore, ma di uno squilibrio nella dinamica del branco.
Il cane, infatti, si mette in posizione di attacco, perché pensa che la padrona abbia bisogno del suo intervento, perché non è in grado di farcela da sola. Sicuramente è molto dolce, ma questo atteggiamento nei cani grandi potrebbe causare episodi spiacevoli contro le persone, perché scatta la modalità bodyguard ogni volta che percepiscono una situazione insolita. Potrebbero attaccare un amico che ci abbraccia, perché la interpretano come una minaccia e questo non è un errore del cane, ma un errore nostro, perché non siamo degli alfa solidi nella sua mente.