Il labrador Gunner è scomparso nel nulla un giorno di Settembre ed ecco cosa è successo nel dettaglio. Fino al tragico finale.

11 Ottobre 2024 di Letizia

Cosa è successo a Gunner, un labrador scomparso nel nulla un giorno di Settembre. Ecco tutti i dettagli.

Il fato ha suggerito a John Gilcrease di scattare una foto veloce al suo cane Gunner prima di andarsene da casa la mattina del 3 settembre. Gunner sembrava davvero contento e in pace in quel momento.

John non sa bene perché si sia sentito spinto a tirare fuori il telefono, chiamare Gunner vicino e scattare la foto, ma ora è contento di averlo fatto. 

Questo perché avrebbe rivisto il suo Labrador di 12 anni, 48 ore dopo, dentro un sacchetto di plastica rosso per i rifiuti: Gunner era stato soppresso da un veterinario in un rifugio per animali a Denton, in Texas.

Il mistero della sparizione di Gunner

Gli eventi non sono molto chiari in questo momento alla famiglia del povero cane. Le parti in causa offrono due versioni discordanti dello stesso fatto, ma quello che sappiamo è che purtroppo Gunner non c’è più.

I Gilcrease hanno denunciato la scomparsa del loro pelosone i primi di Settembre, e da quel momento tutta la vicenda diventa molto strana e nebulosa. La famiglia si chiede come abbia fatto Gunner, che aveva difficoltà a camminare a causa dell’artrite alle anche, a sparire e a finire a 12 miglia da casa sua vicino all’interstatale 35 e alla West University Drive a Denton, prima di essere prelevato da qualcuno di misterioso.

È lì che i dipendenti del Linda McNatt Animal Care and Adoption Center hanno detto a Gilcrease che Gunner era stato trovato, per poi essere condotto al rifugio dove è stato soppresso. Gilcrease ha detto che dubita che Gunner potesse camminare così a lungo nelle sue fragili condizioni. Supporre che il suo cane sia stato raccolto da uno sconosciuto potrebbe anche corrispondere al vero, ma anche in quel caso, perché quella persona avrebbe dovuto abbandonarlo sul ciglio della strada? 

C’è anche la questione di come il rifugio abbia gestito la pratica di ritrovo dell’anziano cane, dato che è stato registrato un mercoledì, giorno di chiusura al pubblico. La famiglia Gilcrease è venuta a conoscenza della presenza di Gunner al rifugio mercoledì mattina da alcuni post su Facebook di chi ha risposto al suo appello. A quel punto John ha chiamato il rifugio, ma la sua chiamata è stata deviata a un altro dipartimento della città, poiché il rifugio non era aperto quel giorno e non c’era personale per gestire chiamate.

L’uomo afferma di essere stato chiaro con la persona con cui aveva parlato sul fatto che sarebbe andato a riprendere il cane il giorno dopo. Quella chiamata del mercoledì non è stata sufficiente a salvare la vita di Gunner. Non sa quando Gunner sia stato soppresso, ma mercoledì sera John ha ricevuto un messaggio su Facebook dal rifugio che gli chiedeva di chiamarli. Ammette di averlo ignorato. 

labrador
Labrador

Pensava che fosse una specie di avviso formale sul fatto che il rifugio avesse Gunner sotto la sua custodia. Si sentiva tranquillo per aver comunicato già a una persona la volontà di andare dal cane, quindi non aveva nulla di cui preoccuparsi. Era consapevole della normativa che prevede un periodo di attesa di 72 ore applicata per i cani randagi, prima di altri provvedimenti.

La famiglia Gilcrease dice che tutto ciò che gli è stato detto direttamente era che Gunner era un vecchio cane che soffriva, a cui sono state somministrate terapie, e che non era in grado di controllare l’intestino e la vescica mentre era sorvegliato al rifugio. Pertanto, il rifugio ha provveduto alla soppressione senza rispettare i termini del protocollo.

Il microchip 

La mancanza di comunicazione va oltre il fatto che un dipartimento non trasmetta un messaggio importante a un altro. Gunner aveva un microchip di identificazione e, sebbene le informazioni non siano state aggiornate come avrebbero potuto essere, Gilcrease dice che contenevano abbastanza feed per mettersi in contatto con lui piuttosto facilmente. 

Il personale del rifugio afferma che non è stato così. Perché “le email associate al microchip erano scadute e i numeri di telefono erano disconnessi”. Gunner, dunque, sarebbe rimasto sotto il controllo del rifugio gestito dalla città, ma le medicine che gli avevano somministrato non avrebbero avuto effetto: da qui sarebbe arrivata la “difficile decisione di procedere con la soppressione di Gunner il giorno successivo, in accordo con la politica del rifugio e per offrire una morte dignitosa a un cane molto sofferente”. Ora la famiglia Gilcrease chiede giustizia, reputando gravissima la mancanza di comunicazione tra i dipartimenti della città. 

Dura la replica di John, che dice di non concordare con quanto gli è stato riferito: “Il mio cane è stato recuperato da uno sconosciuto, portato in un posto sconosciuto e ucciso da un altro sconosciuto. E tutto questo senza di me al suo fianco: è questa la parte che mi spezza il cuore. Voglio che le regole vengano seguite, che le ordinanze vengano seguite… ma non è così”.

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