Una ricerca condotta dall'Università di Pisa mostra che l'attaccamento dei cani verso i proprietari è lo stesso dei bambini verso i genitori

1 Marzo 2021 di Ilaria Aceto

Una ricerca condotta dal Dipartimento di Scienze Veterinarie dell’Università di Pisa e pubblicata sulla rivista Animals-MDPI ha confermato ciò che alcuni di noi sospettavano da tempo: l’attaccamento che i nostri cani sentono verso di noi è paragonabile a quello che un bambino prova nei confronti dei genitori!

La ricerca è stata condotta da un team supervisionato da Chiara Mariti, ricercatrice senior del dipartimento Scienze Veterinarie che si occupa soprattutto di etologia e di benessere degli animali d’affezione. 67 cani, con i relativi proprietari, hanno partecipato all’esperimento che ha permesso di valutare il loro legame.

I soggetti hanno partecipato a un test, denominato “Strange Situation Procedure (SSP)”, che da tempo viene impiegato per valutare l’attaccamento dei bambini ai genitori. Ogni coppia di cane e proprietario è stata fatta entrare in una stanza sconosciuta; qui sono state esaminate le risposte dei cani di fronte all’entrata e all’uscita del proprietario o di un estraneo.

Ciò che è emerso è che l’attaccamento dei cani ai loro proprietari paragonabile a quello dei figli ai genitori. La maggior parte dei soggetti, infatti, ha un legame sicuro: i cani hanno mostrato segni di stress quando il proprietario li ha lasciati soli nell’ambiente sconosciuto, in presenza di un estraneo, ma si sono tranquillizzati al suo ritorno. Una minoranza di loro ha reagito invece manifestando un legame insicuro: non si è calmato o ha reagito allo stress fingendo indifferenza (atteggiamento classificato come “insicuro evitante”). Entrambi i tipi di attaccamento e le medesime reazioni sono visibili anche con i bambini!

Quali sono le implicazioni di tale scoperta? Afferma Chiara Mariti:

Lo studio degli stili di attaccamento tra cane e proprietario è ancora agli albori, se paragonato a quello in psicologia e psichiatria umana. Tuttavia, se le ricerche dovessero condurre, come sembra che sia, a risultati simili a quelli riscontrati in ambito umano, avremmo una nuova chiave di lettura per capire alcuni disturbi comportamentali del cane, con enormi implicazioni in termini di benessere animale.

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