Con la campagna "Mai più Ring" Enpa è riuscita a rieducare 40 cani ex combattenti e a trovare loro una famiglia adatta.

3 Dicembre 2020 di Ilaria Aceto

C’è Fiona, che ha da poco iniziato una nuova vita in una famiglia che le ha donato una seconda possibilità. C’è Shrek, che dopo anni di soprusi sta imparando a fidarsi e a interagire con altri cani. C’è Bred, che oggi gioca, corre e cerca legnetti, ma che per raggiungere questa serenità ha dovuto imparare a mettere in atto meccanismi di coping, comportamenti ripetitivi per far fronte allo stress. Questi sono solo alcuni dei 14 cani che attualmente fanno parte del progetto di Enpa per rieducare cani ex combattenti e trovare loro una famiglia adatta, in grado di donare l’amore che non hanno mai ricevuto. E oggi, grazie alla campagna “Mai più Ring” di Enpa, alcuni di loro si possono adottare a distanza.

Da oltre 18 anni l’Ente Nazionale Protezione Animali porta avanti questo progetto e, con pazienza e senza mai perdere la speranza, è riuscita a trovare una famiglia a 40 ex combattenti.

Fiona

Alle spalle questi cani hanno una vita da incubo: sequestrati alla criminalità organizzata, hanno conosciuto solo l’isolamento, la catena a cui erano legati, una dieta ferrea, il ring e la violenza. Carla Rocchi, Presidente Nazionale Enpa, spiega:

Nel nostro Paese I combattimenti fra cani sono illegali in base alla Legge 189 del 2004, e chiunque promuove, organizza o dirige combattimenti o competizioni non autorizzate tra animali che possono metterne in pericolo l’integrità fisica è punito con la reclusione da uno a tre anni e con la multa da 50.000 a 160.000 euro. Purtroppo però questa pratica barbara è ancora presente ed è strettamente legata ai loschi affari delle mafie. Anche per questo è davvero difficile da individuare ed intercettare. Gli animali che abbiamo accolto arrivano tutti da sequestri giudiziari. Sono cani che hanno bisogno di un enorme lavoro per essere recuperati

Si tratta di un percorso lungo, che viene pazientemente portato avanti da cinofili e volontari Enpa, convinti che questi cani meritino una vita diversa. Una vita diversa dalle cicatrici che ricoprono i loro corpi, ognuna ricordo di un’aggressione, di un combattimento. E proprio i ricordi sono i loro peggiori nemici: spesso alcuni odori, contesti, perfino macchine fotografiche o videocamere portano a galla ricordi che creano una reattività comportamentale di fuga o di attacco.

Shrek

Come si recupera allora un ex combattente? Lo spiega Giusy D’Angelo, esperto cinofilo Enpa:

Il mio percorso con loro inizia osservandoli e cercando di capire cosa possono aver vissuto e cosa devo aggiungere nello loro vita per raggiungere l’unico vero risultato importante: un’adozione per sempre. La base del training è il rinforzo positivo ma non è sufficiente. Sono cani speciali ed hanno appreso rischiando la vita per cui il rinforzo per loro non è un bocconcino, ma è relazione, rispetto e socialità. Come prima cosa attendo il permesso di poter entrare nel loro spazio. Il problema non è mettere o togliere un guinzaglio, ma è cosa prova il cane in quel momento. Fondamentale, infatti, è imparare a conoscere le mille sfumature della personalità del cane, riconoscere tutti gli elementi che possono evocare ricordi o atteggiamenti di fuga o aggressività. A volte è necessario uscire dagli schemi per raggiungere i risultati.

Quando un ex combattente è pronto per rientrare in società? Secondo Giusy D’Angelo, il recupero è concluso quando il cane, libero e in presenza di altri esemplari, vive quel momento in un’ottica di socievolezza e non di sopravvivenza. Ovviamente il percorso per arrivare a questo obiettivo è lungo e pieno di ostacoli. Enpa, però, non si arrende: è convinta che questi cani meritino una seconda possibilità. Per questo con “Mai più Ring” rilancia la campagna di adozioni a distanza: clicca qui se vuoi saperne di più!

Lascia un commento