Il pericolo che il nostro cane posa ingerire delle esche avvelenate è sempre presente, non importa dove ci troviamo, campagna città o parchi. Ci sono zone nel nostro paese dove il ricorso alle esche avvelenate è sistematico e dove il rischio che i nostri cani le ingeriscano è molto elevato. Il tenere il cane al guinzaglio prestando attenzione a ciò che fa, è un accorgimento basilare che può ridurre notevolmente il rischio di avvelenamento, ma se il nostro cane è libero dal guinzaglio, l’uso della museruola è caldamente consigliato. Tutti i cani, di qualsiasi razza e taglia, dovrebbero essere abituati fin da cuccioli a portare la museruola. Ne esistono adatte a tutte le morfologie, magari non sempre belle esteticamente ma molto pratiche e, in generale, quelle a grata risultano le più confortevoli per il nostro cane. Ma possiamo anche evitare ingerisca bocconi avvelenati con semplici tecniche educative.
Come educare fido a non mangiare esche avvelenate?
Si sa, il cucciolo è dotato di una grande oralità: attraverso la bocca ha modo di esplorare e conoscere le cose e il mondo circostante. Inevitabile prenda in bocca di tutto. Non dobbiamo sgridarlo o inibirlo nell’esplorazione usando un generico comando “NO”, neanche quando si indirizza su oggetti che potrebbe rovinare o distruggere o peggio, risultare pericolosi. Dobbiamo dare loro una corretta alternativa sia in casa sia in passeggiata, in modo da poter effettuare uno “scambio” con gli oggetti raccolti per strada, dove il rischio di esche avvelenate è reale. L’utilizzo dei bocconcini appetitosi può essere una valida alternativa. Fare uno scambio diminuisce l’interesse o la possessività verso l’oggetto “sbagliato”. Anche con un cane già adulto è sempre un’ottima soluzione. Offrendo al cane qualcosa di maggior valore per lui rispetto a quello che potrebbe raccogliere a terra, questo porterà a rafforzare la fiducia e ad apprendere che ciò che gli offriamo noi è interessante buono o divertente. Questo porterà al disinteresse per quello che c’è a terra diminuendo il rischio delle esche avvelenate. È utile, inoltre, insegnare al nostro cane a non elemosinare dalla tavola (il modo migliore è non dare bocconi a tavola e nel caso mettere eventuali avanzi nella ciotola al momento del pasto). Questa tecnica è ottima per insegnare al nostro amico peloso la gestione dell’autocontrollo e della frustrazione.
Perché si trovano le esche avvelanate?
La cattiva abitudine nell’usare esche avvelenate nasce prevalentemente dal mondo venatorio: fino al 1977, infatti, tale pratica era permessa per eliminare gli animali carnivori, competitori dei cacciatori, ma anche nell’agricoltura, per difendere il bestiame da predatori e in alcuni casi anche per eliminare i cane dei “concorrenti” (nello specifico coi cani addestrati nella ricerca dei tartufi). Le esche avvelenate più comuni possono essere costituite da sostanze di facile reperibilità in commercio (topicidi, pesticidi, diserbanti, anticongelanti). Esistono anche esche velenose costituite da veri e propri veleni, come cianuro e stricnina. I veleni vengono mescolati a prodotti appetibili, ma esistono anche esche realizzate con bocconi pieni di spilli o pezzi di vetro. Nel dettaglio vediamo i sintomi da esche avvelenate: la stricnina agisce direttamente sul sistema nervoso centrale provocando una tipica rigidità caratterizzata da estensione degli arti, schiena incurvata, orecchie erette, rime labiali contratte all’indietro, pupille dilatate, cianosi delle mucose. Il topicida, svolge un’azione anticoagulante. Il decesso dell’animale avviene a causa di emorragie interne: pallore alle mucose, respirazione difficoltosa, stato di grave prostrazione, sono sintomi di questo tipo di avvelenamento. Il fungicida, l’acaricida e l’insetticida agiscono non solo per ingestione ma anche per inalazione. Il veleno presente nei comuni liquidi antigelo provoca il blocco delle funzioni renali e poi la morte. Il cianuro agisce anche solo per inalazione e paralizza gli organi respiratori.
I cani per la ricerca di esche avvelenate
A causa del perdurare di questa deplorevole abitudine, nel tempo sono stati sviluppati appositi corsi che permetteno di completare e approfondire le conoscenze sul fenomeno dell’uso di esche avvelenate. Inizialmente un specifico progetto ha portato alla formazione di alcuni Nuclei Cinofili Antiveleno (Nca) i quali sono stati affidati al Corpo Forestale, in virtù di un protocollo specifico. Negli anni però molti gruppi cinofili di ricerca e soccorso indipendenti, ma collegati alla Protezione Civile si sono dotati di alcuni soggetti atti all’esclusiva ricerca di esche avvelenate. Questi soggetti, come del resto ogni cane da lavoro, sono stati abituati e addestrati alla ricerca di esche avvelenate. Per la sicurezza, i cani da ricerca esche avvelenate vengono spesso fatti lavorare con apposite museruole che permettono la ricerca delle esche senza che vi sia il rischio che l’animale le ingoi.