Se il tuo gatto ha il vomito e la diarrea la prima cosa da fare è consultare il veterinario: scopri le possibili cause e le cure.

6 Gennaio 2023 di Redazione

Se il tuo gatto ha il vomito e la diarrea la prima cosa da fare è consultare il medico di fiducia che saprà indicarti il modo migliore per procedere. Intanto, in questo articolo proviamo a capire il significato di questi sintomi, le possibili cause e le eventuali cure.

Il mio gatto ha il vomito e la diarrea: cosa significa?

Il sintomo del vomito è legato a una patologia. La più semplice può essere un’indigestione, quando il gatto apprezza particolarmente un certo alimento, lo ingurgita molto rapidamente e lo espelle subito dopo. Può esserci invece un problema di infiammazione dello stomaco, quindi una gastrite, acuta (di breve durata, che non si ripete) o cronica (quando diventa frequente).

vomito gatto

A quel punto è necessario capire che cosa è successo, mettendo in atto una serie di indagini. Nelle gastriti croniche, che non rispondono a trattamenti farmacologici, bisogna capire se ci sia una patologia di altra natura (degenerativa, dovuta alla presenza di ulcera o di lesioni della mucosa, oppure proliferazioni di vario genere, magari in ambito oncologico). Tra le patologie gastriche potrebbero esserci anche forme parassitarie (batteriosi), per quanto rare, dato il pH molto acido dello stomaco.

Come si capiscono le cause?

Innanzitutto con una visita medica: già l’anamnesi può fornire importanti indicazioni. L’animale potrebbe aver ingerito un corpo estraneo, piuttosto che un cibo alterato, o qualsiasi altra cosa. Bisogna capire se lo stomaco funziona in maniera normale, oppure patologica. Può essere quindi necessaria una radiografia, che consente di evidenziare se lo stomaco è dilatato o in condizioni normali, se c’è un ispessimento, se contiene per caso un corpo estraneo visibile (un elastico, uno spillo).

Anche l’ecografia è ormai un esame molto utilizzato, che può dare indicazioni ancora più precise, perché fa vedere se lo stomaco contiene alimenti, se c’è peristalsi, se c’è secrezione di liquidi, presenza di gas ed è utile, prima di ricorrere eventualmente a esami più complessi, che però sono più invasivi, come la gastroscopia, per avere un’immagine reale dello stomaco e della mucosa.

Come si cura?

Tendenzialmente, la prima cosa da fare è tenere il gatto a digiuno per almeno 24 ore: una terapia semplicissima, attuabile in qualsiasi momento (tranne che nei neonati), che può essere benefica perché mette a riposo l’apparato digerente, dandogli il modo di recuperare le sue funzioni.

Se questo non basta a risolvere la situazione, bisognerà consultare il medico che potrà intervenire, a volte con una semplice correzione alimentare o con una dieta specifica, o magari introducendo integratori probiotici e prebiotici, oppure somministrando farmaci di vario tipo, facendo ricorso sia alla medicina convenzionale, sia alle tecniche terapeutiche cosiddette complementari o alternative.

Le gastroenteriti feline: virus, batteri e parassiti

I parassiti più diffusi nei gatti giovani sono gli ascaridi (Toxascaris leonina) oppure i vermi piatti come la Tenia, che accompagna le infestazioni da pulci. Più rare nel gatto le infezioni da Giardia. Molto pericolose sono invece le gastroenteriti virali, in particolare la panleucopenia (o gastroenterite infettiva felina), causata da un virus che provoca lesioni della mucosa intestinale (nell’intestino tenue) e diarrea, con presenza di sangue nelle feci.

Il segno più tipico di questa patologia è la diminuzione molto marcata di tutti i leucociti nel sangue. Altre cause di enteriti possono essere alcune forme degenerative, come quelle immunoattive ed eosinofiliche (sempre più diffuse): si tratta di malattie da malassorbimento, legate a un’iperattività del sistema immunitario, in cui si hanno perdite di feci non composte, perché la mucosa intestinale non funziona correttamente. L’animale presenta un grave deperimento organico, perché non riesce a digerire più nulla.

Se hai trovato utile questo contenuto, ti invitiamo a leggere anche: Disbiosi del gatto: sintomi e come si cura.

Lascia un commento