Hai mai sentito parlare del gatto di Pallas? Si tratta di un felino molto speciale quanto raro, ormai in via di estinzione. E pare che ne siano stati trovati due esemplari niente meno che sul Monte Everest! Ma come è possibile che dei gatti riescano a sopravvivere a temperature così rigide? In questo articolo vi raccontiamo tutti i segreti di questa specie.
Gatto di Pallas: origini
Sono tanti i nomi con cui è conosciuto: manùl, gatto di Pallas, gatto delle steppe o gatto delle nevi. Il suo nome più diffuso deriva dal primo zoologo che lo descrisse, il tedesco Peter Simon Pallas (1741-1811). Parliamo dell’unica specie del genere Otocolobus, diffusa soprattutto nelle steppe dell’Asia Centrale (Cina e Mongolia), ma anche in Iran, Armenia e Azerbaigian.
Due esemplari sono stati trovati recentemente sul Monte Everest: se scorgerli è difficile, avvicinarli risulta quasi impossibile.
Parliamo di gatti davvero molto antichi. Secondo alcuni ricercatori la specie ha avuto origine circa 5 milioni di anni fa e sarebbe la capostipite dei gatti d’Angora, gli eleganti felini noti anche come Angora Turco.
Possono vivere fino a 5.050 m di altitudine. Di solito, durante il giorno, si rintanano in grotte o caverne, aspettando il tramonto per uscire a cacciare.
Gatto di Pallas in Italia
In Italia possiamo ammirare questo felino presso il Parco Faunistico “La Torbiera”, dove è riuscito a riprodursi grazie a particolari condizioni ambientali e climatiche. Lo scopo della sua presenza nei parchi faunistici è volto alla tutela della specie, essendo ormai la presenza di questi esemplari in drastica diminuzione.
Gatto di Pallas: peso
Il gatto di Pallas pesa dai 5 ai 7 chili ed è lungo circa 60 centimetri, a cui se ne aggiungono altri 25 per la coda.
Gatto di Pallas: cosa mangia
È un predatore notturno e si ciba di roditori, pika e uccelli. Ma al momento la mancanza di prede è tra le principali cause del rischio di estinzione della specie.
Gatto di Pallas: carattere
Questi esemplari hanno un temperamento schivo e diffidente, non si lasciano avvicinare da alcun animale e men che meno dall’uomo. Sono animali solitari abituati a cacciare nelle ore più tranquille della giornata, come il tramonto, la notte o l’alba. Si avvicinano ad altri simili solo durante la stagione riproduttiva.
Come sopravvive il Gatto di Pallas sul Monte Everest?
La risposta sta nelle sue caratteristiche fisiche. La folta pelliccia garantisce un isolamento termico che permette di superare temperature estremamente basse e proibitive anche per l’uomo. I gatti di Pallas, poi, hanno unghie resistenti e zampe molto forti che permettono loro di arrampicarsi sulle pareti rocciose e difficili da scalare, che caratterizzano le pendici del monte più alto del mondo.
Il miracolo della conservazione della specie
Il gatto di Pallas è considerato l’antenato degli attuali persiani. La specie è molto rara e si conoscono solo pochi esemplari avvistati nelle steppe dell’Asia centrale. Oggi, la scoperta della loro presenza in Nepal, sul monte Everest, offre una nuova speranza per il futuro della specie. Questi felini, infatti, sono a rischio estinzione perché molto ricercati dai bracconieri per la loro folta pelliccia.
Dopo il loro primo avvistamento è iniziata una ricerca per definire il reale numero degli animali presenti. Alla fine, l’analisi del DNA dei reperti raccolti ha confermato gli avvistamenti: i gatti di Pallas che vivono sull’Everest sono solo due. Secondo Tracie Seimon del Wildlife Conservation Society, ricercatrice e autrice dello studio: «Scoprire le prove della presenza di questa specie rara e straordinaria in cima al mondo è stato estremamente gratificante non solo per il nostro team, ma anche per la più ampia comunità scientifica».
La scoperta del gatto di Pallas sull’Everest sottolinea la ricca biodiversità di questo remoto ecosistema ad alta quota ed estende l’areale conosciuto di questa specie fino al Nepal orientale. Oltre ai gatti di Pallas, nella stessa zona si trovano altre specie, come la volpe rossa, il pika e la donnola degli Altai. Gli ultimi due sono tra le principali prede dei gatti di Pallas.
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