Da poco è stata revocata l'ordinanza che prevedeva la cattura degli orsi che si fossero avvicinati troppo ai centri abitati. Ma la lotta per i diritti continua.

7 Ottobre 2020 di Ilaria Aceto

Abbiamo seguito con il fiato sospeso le vicende di alcuni orsi presenti nei territori della Provincia di Trento; vicende che, nel caso di JJ4 e M49, sembrano quasi uscite da un film. Questi esemplari e altri, infatti, sono stati le vittime della giunta della Provincia autonoma di Trento presieduta da Maurizio Fugatti, che si è approcciato a questi animali a furia di mandati di cattura, di abbattimento e imprigionamento.

Ad opporsi a questa scellerata gestione della fauna selvatica ci sono il Minisetro dell’Ambiente e le associazioni di tutela degli animali, come l’Organizzazione Internazionale Protezione Animali (OIPA), che più volte hanno segnalato il trattamento riservato ad alcuni esemplari di orso presenti sul territorio. Recentemente, per esempio, un gruppo di esperti inviati dal Ministro dell’Ambiente ha denunciato le gravi condizioni degli orsi detenuti in cattività al Casteller (qui per leggere tutta la storia).

Orsi detenuti al Casteller, foto a cura di Oipa Italia

Grazie alla lotta condotta a loro favore, gli orsi del Trentino hanno ottenuto un’altra fondamentale vittoria: Maurizio Fugatti ha ritirato l’ordinanza risalente al 27 agosto che prevedeva la cattura e la detenzione di ogni esemplare che, anche senza causare danni, si fosse avvicinato troppo ai centri abitati di Andalo e Dimaro Folgarida. Tale ordinanza non tutelava affatto i diritti degli animali e non mirava in alcun modo a garantire una pacifica convivenza tra orsi e cittadinanza ma, al contrario, avrebbe creato ulteriore sofferenza e offerto l’ennesimo esempio di incapacità di rapportarsi con la natura, tra l’altro patrimonio principale della Provincia di Trento e fonte di introiti di un turismo di qualità, sempre più interessato alla salvaguardia degli animali e dell’ambiente, fortemente contrario alla persecuzione degli orsi così come dei lupi, altra specie assai invisa alla giunta leghista di Fugatti.

Ha commentato così la vittoria Massimo Comparotto, presidente di OIPA:

Questa decisione ci rallegra e ne riconosciamo il buon senso. Le nostre battaglie legali però proseguono. Siamo ancora in giudizio per l’annullamento dell’ordinanza di cattura dell’orsa JJ4, madre di tre cuccioli, e per la massima tutela dei tre orsi detenuti al Casteller e attualmente chiusi nelle cosiddette “tane”, in realtà celle di pochi metri quadri.

Si tratta dunque di un fondamentale passo avanti nel riconoscimento dei diritti della fauna selvatica, che andrebbe tutelata attraverso un attento monitoraggio e l’educazione al rispetto degli animali di cittadini e turisti, senza essere imprigionata. Tuttavia, sono ancora molte le battaglie da combattere per garantire un futuro sereno agli orsi del Trentino. Per fortuna, Oipa ma anche Enpa, Lav, altre associazioni e il Ministero dell’Ambiente stanno dimostrando di non volersi tirare indietro di fronte alla sfida.

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