A settembre è stato svolto un sopralluogo a Casteller, dove 3 orsi vivono in cattività, a cui è conseguita una relazione che evidenzia una volta di più la gravità delle condizioni in cui questi animali sono costretti a vivere.

5 Ottobre 2020 di Chiara Pedrocchi

I tre orsi in cattività a Casteller, in provincia di Trento, vivono in condizioni gravi e inadeguate. A confermarlo è la relazione del 21 settembre scorso, conseguente al sopralluogo presso la struttura detentiva del 14 settembre da parte di una delegazione di esperti inviata dal Ministero dell’Ambiente. Nel dettaglio, il report è stato effettuato dall’arma dei Carabinieri del CITES, dall’ISPRA e da veterinari in occasione del controllo inviato dal ministro dell’Ambiente Sergio Costa.

Tutti e tre gli orsi versano in una situazione di stress psico-fisico molto severa, dovuta in primis alla forzata e stretta convivenza dei tre esemplari, contrariamente a quanto permette la base etologica di specie ed alle ridotte dimensioni degli spazi a disposizione. M49 ha smesso di alimentarsi e scarica tutte le sue energie contro la saracinesca della tana. Reagisce in maniera nervosa alla presenza umana. M57 si alimenta, ma ripete costantemente dei movimenti in maniera ritmata, prodromo di stereotipia. Presenta anche lesione cutanea nell’avambraccio sinistro, dovuto allo sfregamento nell’attività di cui sopra. DJ3, a causa della presenza e degli atteggiamenti degli altri due esemplari, spaventata, si è nascosta nel boschetto del recinto esterno; e non torna in tana per alimentarsi. 

Vista la situazione è stato deciso di somministrare, per la prima volta dalla loro detenzione al Casteller, dell’ansiolitico a M49 e M57 in modo da ridurre lo stato di stress, almeno finché si concluderanno i lavori di costruzione delle gabbie. Per questo motivo non è stato possibile valutarne compiutamente lo stato di salute.

A fronte di questa situazione, l’Organizzazione Internazionale Protezione Animale (OIPA) informa che procederà con denuncia querela a integrazione dell’esposto per maltrattamento già depositato per l’orso M49, mentre l’Ente Nazionale Protezione Animali (ENPA) ha dichiarato che sporgerà denuncia per maltrattamenti di animali e chiederà il sequestro della struttura del Casteller per la sua oggettiva inutilizzabilità e inidoneità ad ospitare qualsiasi tipo di animale.

Inoltre, l’Oipa ha già richiesto la sospensione e l’annullamento dell’ordinanza del presidente della Provincia autonoma di Trento che dispone la cattura dell’orsa JJ4 per inidoneità del centro di detenzione.

L’ENPA dichiara:

Quello che è emerso è inquietante, non solo si tratta di una reclusione – già di per sé orribile –  ma qui siamo lontanissimi anche dai parametri minimi di benessere degli animali per la ridicola dimensione degli spazi, la convivenza “forzata” e l’alienazione. (…) E, per questo, gli orsi sarebbero costantemente sedati. Il tutto per aver reagito in maniera del tutto naturale di fronte a comportamenti irresponsabili e provocatori dell’uomo.

Dopo il report, come farà la Provincia autonoma di Trento a continuare ad asserire che gli orsi reclusi stanno bene?

Ricordiamo che Fugatti, presidente del Trentino, ha deciso di gestire il Progetto Life Ursus (ne avevamo parlato approfonditamente qui), finanziato dall’Unione Europea, a colpi di mandati di cattura e persino di abbattimento. La politica di Fugatti non lavora a un piano per la convivenza pacifica tra uomo e animale e non prende nemmeno in considerazione il fatto che l’opinione pubblica vuole che gli orsi siano protetti e non ingiustamente uccisi o imprigionati.

Intanto il Casteller rimane una zona off-limits persino a scienziati.

Infine, ricordiamo che gli orsi, vittime di una politica di basso livello, sono considerati protetti e tutelati dalla legge nazionale come beni indisponibili dello Stato e non sono proprietà della provincia di Trento.
Per questo è necessario che vengano subito liberati e monitorati. Il nostro auspicio, inoltre, è che i responsabili di queste azioni crudeli paghino per tutto il male che stanno facendo. 

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