Dall'abbigliamento al cibo: ecco alcuni semplici consigli per vivere evitando crudeltà sugli animali.

4 Ottobre 2020 di Ilaria Aceto

La Giornata Mondiale degli Animali, che si celebra oggi, 4 ottobre, ha uno scopo ben preciso: migliorare gli standard di benessere degli animali in tutto il mondo, far sì che i loro diritti vengano riconosciuti in tutto il pianeta. Per questo, abbiamo deciso di proporre una serie di consigli per vivere in modo il più possibile cruelty-free, ovvero senza sfruttare gli animali. Alcune di queste dritte sono semplici, altre più impegnative; in ogni caso anche solo un piccolo sforzo da parte di ognuno può fare la differenza.

Alimentazione

Uno dei campi in cui gli animali sono più sfruttati è, ovviamente, quello della produzione alimentare. Alcune scelte importanti per ridurre lo sfruttamento animale sono state già prese dalle istituzioni: come la decisione di rendere illegale la produzione di foie gras nella maggior parte dei Paesi europei poiché essa costituisce una vera e propria tortura per anatre e oche, costrette a ingozzarsi senza interruzione.

Tuttavia, ancora moltissimi prodotti che ogni giorno troviamo sugli scaffali dei supermercati sono stati ottenuti sfruttando gli animali. Non è necessario diventare vegetariani o vegani per nutrirsi evitando di infliggere alle altre creature sofferenze inutili, anche se, ad oggi, esistono innumerevoli sostituti della carne a base vegetale che ci possono aiutare nella transizione. Ecco alcuni accorgimenti che possiamo prendere senza modificare eccessivamente la nostra dieta:

  • Ridurre il consumo della carne e accertarsi che quest’ultima non provenga da allevamenti intensivi. Gli allevamenti intensivi, infatti, si basano sullo sfruttamento intensivo degli animali, spesso costretti a vivere in spazi estremamente ristretti, in pessime condizioni igienico-sanitarie. Come evitarli? Acquistando prodotti da piccoli allevatori locali, che tengono in maggior considerazione la salute degli animali. Questa scelta, tra l’altro, è utile a tutto il pianeta: gli allevamenti intensivi, infatti, emettono una quantità esorbitante di CO2, addirittura più di quanta ne producono le maggiori compagnie petrolifere.
  • Ridurre il consumo di latte e latticini, preferendo le loro varianti vegetali, come il latte di mandorla o di soia. Oppure, anche in questo caso, acquistare il latte dai piccoli produttori locali piuttosto che sugli scaffali dei supermercati.
  • Acquistare uova il cui codice identificativo inizi con 1, segnale che le galline sono state allevate all’aperto. Infatti, sia le galline allevate in gabbia (codice 3) sia quelle allevate a terra (codice 2) vivono in condizioni di sofferenza, costrette in spazi eccessivamente ridotti.

Foto via Wikipedia

Abbigliamento

Anche l’abbigliamento è uno di quei campi in cui è sufficiente prestare maggiore attenzione a cosa si acquista per evitare crudeltà sugli animali. Ovviamente, il primo passo da compiere è quello di non comprare pellicce, così come giacche e altri indumenti in pelle. Perfino in questo settore si stanno registrando importanti cambiamenti in ambito istituzionale: la Francia, per esempio, ha recentemente annunciato l’interruzione degli allevamenti di visoni d’America.

A questa semplice dritta se ne possono aggiungere altre, più impegnative. Per esempio, si può scegliere di acquistare solo prodotti di marchi che sono stati certificati cruelty-free e che spesso utilizzano materiali sostenibili e dunque non coinvolgono gli animali. Un esempio è la certificazione rilasciata dall’associazione PETA (People for the Ethical Treatment of Animals), una no profit impegnata nella difesa dei diritti degli animali.

Ad oggi, sono moltissimi i brand di abbigliamento che hanno inserito prodotti vegani o certificati cruelty free nei loro cataloghi.

Cosmesi

Dal 2013, in Europa, l’uso di animali per testare cosmetici è vietato. Purtroppo, questa scelta coraggiosa non è ancora stata presa in molti Paesi del mondo. Perciò, quando acquistiamo prodotti provenienti da Paesi extra UE, è bene informarsi sulla loro produzione, per capire se animali sono stati sfruttati durante il processo. In questi casi, è possibile procedere come nel caso dell’abbigliamento: la soluzione più sicura è quella di comprare prodotti vegani o che dispongano di altre certificazioni cruelty-free che testimonino che non sono stati sperimentati sugli animali.

Intrattenimento

A volte, purtroppo, attività che per noi costituiscono uno svago sono una vera e propria sofferenza per gli animali. L’esempio più evidente? Il circo. Se nel nostro Paese, infatti, vi sono innumerevoli normative che tutelano il benessere degli animali presenti negli zoo, la legislazione non tutela quelli sfruttati nel circo. Si tratta però di ambienti estremamente dannosi per gli animali che prendono parte agli spettacoli, costretti a comportamenti innaturali, spesso addestrati attraverso l’uso della forza, e imprigionati in gabbie decisamente troppo piccole. Per tale ragione, la Francia ha da pochi giorni preso la coraggiosa decisione di fermare la presenza di animali nei circhi. Ciò che possiamo fare tutti noi, in attesa che una scelta legislativa simile venga compiuta anche in Italia, è evitare di finanziare questi spettacoli.

 

Insomma, è evidente che moltissimi Paesi del mondo si stiano muovendo per ridurre al massimo lo sfruttamento degli animali. Tuttavia, è necessario anche l’impegno di tutti noi per riuscire nell’impresa: bastano pochi semplici accorgimenti, nelle scelte di tutti i giorni, per dare il nostro contributo e vivere una vita all’insegna del cruelty-free.

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