Il gatto nero a molti fa paura, altri pensano porti sfortuna, ma ad Halloween tanti film e serie tv lo ritrovano.

4 Ottobre 2024 di Letizia

I superstiziosi lo temono moltissimo, il gatto nero da secoli è latore di sfortuna… per chi ci crede. Inizialmente, questa credenza pagana nacque nel Medioevo. Questo tipo di felino veniva associato al diavolo e accompagnava i seguaci della stregoneria. Il gatto nero, solamente per motivi estetici, era considerato l’incarnazione del diavolo oppure la manifestazione di una strega. Per tutti questi motivi, milioni di gatti furono bruciati, impiccati, scuoiati vivi o crocifissi per diversi anni.

Infine, per giustificare tutte queste assurde persecuzioni, la Chiesa e il popolo accusarono il gatto nero di mille vizi e di essere il custode dei peccati capitali. Per chi non ricordasse le lezioni di catechismo o visto il film “Seven” elenchiamo i vizi capitali (che il gatto nero dovrebbe custodire): avarizia, ira, invidia, gola, lussuria, superbia e accidia.

Oggigiorno circolano ancora molte superstizioni negative sui gatti neri. Solo per fare degli esempi: alcuni pensano che incontrare un gatto nero sulla propria strada la mattina presto sia di cattivo auspicio per la giornata; vedere un gatto nero il primo giorno dell’anno annuncia 365 giorni di infelicità; la presenza di un gatto nero su una tomba significa che l’anima del defunto è stata presa dal diavolo.

Nel Regno Unito, invece, il gatto nero è segno di buon auspicio. Nel XVII secolo il re Carlo I d’Inghilterra adorava il suo micione dal manto nero. Una coincidenza strana è che fu decapitato il giorno dopo la morte del suo gatto.

Secondo la leggenda, Napoleone si sarebbe imbattuto in un gatto nero prima della battaglia di Waterloo vinta dagli inglesi (i quali pensano che questa piccola pantera vegli su di loro). Secondo il folclore esiste anche una bella credenza sul micione più “stregonesco del creato”: trovare un pelo bianco su un gatto nero è segno di buon auspicio.

Gatti neri per la marina inglese

Come abbiamo detto, l’idea che il gatto nero porti fortuna ha nel tempo incoraggiato gli inglesi ad “arruolare” letteralmente gatti di questo colore a bordo delle loro navi da guerra o mercantili, soprattutto dal XVIII al XX secolo.

Come minimo era previsto un gatto per barca… che avrebbe comunque portato fortuna, se non con la magia almeno con le sue abilità di cacciatore di topi. Tracce della presenza dei gatti neri si trovano nei giornali di bordo della navi risalenti a questo periodo, alla voce “Tomcat, marinaio”, nell’elenco dei membri dell’equipaggio.

Ecco perché la famosa compagnia Lloyds di Londra accettava di assicurare le navi solo a condizione che avessero a bordo un determinato numero di gatti, di cui almeno uno nero. Il numero di gatti per nave veniva calcolato attentamente, in base alla grandezza della barca e al volume delle sue provviste, e la presenza di questi gatti doveva essere citata integralmente nel contratto di assicurazione.

Gatti neri in tv

La spooky season è iniziata e, mentre attendiamo Halloween, possiamo coccolarci in tv con qualche film e serie TV in cui sia presente un gatto nero per onorare la sua fama leggendaria. Abbiamo pensato ad alcuni gatti che hanno fatto la storia televisiva.

Salem (“Sabrina, vita da strega”)

Stregone che ambisce a dominare il mondo, viene punito dagli altri maghi per le proprie malefatte e si ritrova nel corpo di un gatto. Alla fine sembra un felino vero e probabilmente il caratteraccio da micio gli si addice proprio al punto che si abitua a vivere come tale a casa della streghetta Sabrina e delle zie. La sua attività primaria consiste nel criticare il prossimo, commentare con sarcasmo le decisioni altrui ed elargire battute non richieste e assolutamente sarcastiche. 

Salem (“Le terrificanti avventure di Sabrina”)

Il caro Salem ha il dono dell’ubiquità perché vale doppio. “Le terrificanti avventure di Sabrina” ha trovato il consenso di pubblico e critica per la fedeltà all’omonimo fumetto dell’Archie Comics del 1960. Per il fandom più accanito non è mancato lo sdegno per un cambiamento di non poco conto: Salem il gatto non parla, cosa che invece accadeva nella serie degli anni ’90.

Tuttavia questa serie non è una commedia come quella degli anni ’90. Ha dei toni molto più cupi e dark, e un gatto parlante non ha questo appeal.

Jiji (“Kiki, consegne a domicilio”)

“Kiki, consegne a domicilio” è un film d’animazione del 1989 scritto e diretto da Hayao Miyazaki. Tratto dal romanzo di Eiko Kadono del 1985, il film parla di Kiki, una piccola strega di tredici anni che, lascia la casa della famiglia, assieme al proprio gatto Jiji, per trovare una città dove stabilirsi.

Jiji parla, anche se solo Kiki può sentirlo, ed è un compagno fedele, simpatico, che  svolge perfettamente il ruolo di famiglio per questa giovane strega.

Thackery Binx (“Hocus Pocus”)

È vero… stiamo barando: questo gatto nero in realtà è un bambino trasformato in micio dalle perfide sorelle Sanderson di Hocus Pocus. Il film classico per Halloween, in cui tre streghe a Salem seminano il panico perché devono succhiare la giovinezza ai bambini per vivere per sempre. Per fortuna Binx veglia sulla città con tutte le sue nove vite.

Zorba (“La gabbianella e il gatto”)

Luis Sepulveda ci ha regalato una storia bellissima dalla quale è stato tratto un film che ci ha insegnato molte cose. La storia di Zorba, questo micione che suo malgrado si prende cura di questo piccolo gabbiano, è ricca di spunti di riflessione. Una storia che parla di amore, generosità e solidarietà, anche fra chi è diverso, perché ci insegna ad apprezzare, a rispettare e ad amare un essere che non è come noi. Bisogna avere il cuore puro per creare un mondo migliore.

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