Quando il cane è alla continua ricerca dello sguardo e del contatto fisico del suo padrone, in modo spasmodico, purtroppo è indice non di mero amore ma di una dipendenza eccessiva

14 Settembre 2018 di Redazione

Quando il cane è padrone dipendente

Quando il cane è alla continua ricerca dello sguardo e del contatto fisico del suo padrone, in modo spasmodico, purtroppo è indice non di mero amore ma di una dipendenza eccessiva che può diventare un problema non facilmente risolvibile. Avere un cane ubbidiente al punto che con un cenno esegue tutti i comandi, anche quelli complicati, come succede a un addestratore, è desiderio di tutti ma la realtà, spesso, mostra come questo “ottimo” feeling indichi invece che il cane è “padrone dipendente”.

Iperattacamento nel cane

Il cane, per natura, non è un animale solitario, bisogna abituarlo gradualmente fin da cucciolo al distacco altrimenti si arriverà al problema, appunto, dell’iperattacamento: atteggiamento molte volte rivolto verso un solo membro del nucleo familiare, che solitamente risponde più di tutti alle aspettative e ai bisogni del cane. La persona prescelta, sentendosi privilegiata, talvolta tende inconsciamente a innescare nel cane un comportamento simbiotico da “padrone dipendente”, favorendo e rimanendo sempre in contatto con il cucciolo, almeno a livello visivo. Questa eccessiva dipendenza porta il cane a vivere un forte disagio che lo condurrà ad avere comportamenti negativi per lui e per chi vive con lui: abbaiare, ululare, interrompendosi solo per sentire se sopraggiunge una risposta, sporcare in casa o fare dispetti, fino a situazioni estreme di autolesionismo per cui si morde, procurandosi piaghe, o di ammalarsi arrivando a soffrire di depressione. Spesso il problema dell’eccessiva dipendenza, non si manifesta sino a quando il fedele amico non rimane solo e attua uno dei comportamenti sopra citati.
L’etologo danese Roger Abrantes, grazie agli studi approfonditi sui problemi legati alla separazione, ha individuato le principali cause:

  1. mancanza o insufficienza di abitudine a periodi di solitudine durante l’infanzia e/o in seguito
  2. testardaggine, spesso legata alla figura del cane “viziato”, abituato a ottenere tutto e sempre senza alcuno sforzo
  3. sottostimolazione, cioè assenza o insufficienza di attività adeguate alle esigenze psicofisiche del soggetto
  4. paura vera e propria, che genera uno stato di ansia

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