Scopriamo un utile esercizio, il rapport, per far tornare il cane al nostro comando quando lo portiamo a spasso in campagna aperta senza guinzaglio.

13 Luglio 2016 di Redazione

Far tornare il cane al nostro comando è un’abilità a cui non è possibile e nemmeno consigliabile rinunciare, soprattutto se amiamo muoverci in natura con il nostro amico a quattro zampe libero dal guinzaglio. Vediamo allora come un’attività nota nei paesi del Nord Europa con il nome di “Rapport” possa essere utile a rafforzare questo aspetto del rappporto tra il cane e quello che per lui è il capo del branco in cui vive.

far tornare il caneI numerosi nuovi stimoli che si presentano a un cane quando lo portiamo in un luogo diverso da quello in cui è abituato a muoversi, fanno sì che la nostra figura diventi meno evidente ai suoi occhi rispetto a quelle che vengono rappresentate nel suo cervello da odori ed elementi in movimento, con il risultato che se Fido non è tenuto al guinzaglio, potrebbe allontanarsi senza rispondere ai nostri richiami.
Premesso che andare in giro con il cane libero dal guinzaglio, anche se si tratta di un Labrador retriever, è un’abitudine scorretta, perché può sempre capitare che si verifichino situazioni incresciose o pericolose senza che ci sia il tempo di intervenire, sia in città sia lungo i sentieri nei boschi più remoti, l’essere in grado di richiamare efficacemente il nostro amico peloso in qualsiasi situazione è fondamentale per evitare che possa, anche involontariamente, spaventare adulti o bambini, come pure animali selvatici o altri cani.
Per far tornare il cane al nostro comando è necessario realizzare una precisa immagine nella sua mente, basata sul fatto che solo nel suo branco potrà sempre avere il massimo desiderabile, sotto forma di affetto, stima, gratificazioni e anche protezione. Abbiamo parlato di branco e non solo di capobranco, perché Fido deve rispondere al richiamo di ogni membro della famiglia in cui vive ed è qui che la disciplina svedese del Rapport, mostra tutta la sua efficacia grazie a esercizi che divertendo lui e noi, migliorano molto la sua autostima e lo aiutano a operare lontano dal conduttore, cosa molto difficile  specialmente per i cani che vivono in città e vanno all’esterno dell’ abitazione solo al guinzaglio.

Esercizi per far tornare il cane al nostro richiamo

far tornare il caneAdeguando le regole del rapport alle nostre esigenze, dovranno partecipare a quest’attività almeno due membri della famiglia in cui vive il cane: quello che rappresenta il capo del branco famigliare e un altro membro, con cui il cane abbia già un buon rapporto di fiducia, da cui accetti il cibo senza problemi e con cui sia abituato a giocare. Il rapport si basa sul bisogno etologico, iscritto nei comportamenti istintivi geneticamente determinati, che ogni cane ha di tornare presso il branco, anche dopo che il contatto con esso è stato interrotto per diversi motivi e più o meno a lungo e fa sì che il nostro amico, anche dopo essersi distratto e allontanato riesca sempre a tornare da noi.
È importante che il cane obbedisca già a comandi di base, come seduto, mettersi a terra, rispondere al richiamo e camminare al guinzaglio, di entrambi i membri del branco. Tutti e due gli umani dovranno avere un equipaggiamento simile: un guinzaglio, una ciotola e dell’acqua, dei premi costituiti da gustosi biscottini o snack e di una coperta già utilizzata dal cane. Una radiotrasmittente può essere utile nel caso che il nostro amico si allontani troppo durante gli esercizi.

Dove e come svolgere gli esercizi

far tornare il caneIl posto migliore per iniziare a praticare la tecnica del rapport è un prato aperto, in modo che i movimenti del nostro amico a quattro zampe siano sempre controllabili. Nelle fasi più avanzate potremo scegliere un ambiente più complesso. La persona riconosciuta come capobranco (A)e l’altro membro del branco (B) si devono fermare in un punto del campo, assieme al cane. Qui il conduttore A deve mostrare al cane i bocconcini premio che ha in tasca quindi B, con il cane al guinzaglio, si allontana in linea retta dando il comando “Marsh”, fino ad arrivare a un punto posto a un centinaio di metri da A. Dopo essersi fermato deve togliere il guinzaglio al cane, tenendolo però per il collare, e poi lasciarlo andare dando di nuovo il comando Marsh.
L’animale deve correre in linea retta verso il capobranco A, che lo gratificherà abbondantemente una volta arrivato e lo premierà con un bocconcino. L’esercizio va quindi ripetuto invertendo l’ordine, quindi A e B portano il cane al punto di partenza, A si allontana con il cane al guinzaglio e arrivato nel punto stabilito lo libera. Il conduttore B (sottoposto al capobranco) non deve chiamare il cane per incitarlo a staccarsi da A, anche se tentennasse. Anche in questo caso, quando fido arriva da B deve essere gratificato e premiato.

Durata dell’addestramento per far tornare il cane

Questo esercizio non è molto difficile da apprendere se insegnato correttamente e con ripetizioni quotidiane, quindi ci vorrà un lasso di tempo piuttosto breve affinché fido capisca che tornare verso chi lo chiama significa far piace al membro del proprio branco e a un premio gratificante. Una volta appresa la prima parte dell’addestramento si potrà complicare l’esercizio facendo in modo che ci sia un ostacolo occludente tra il punto di partenza in cui si trova A e quello di arrivo in cui vanno B e il cane. Il nostro amico dovrà fare affidamento sul proprio olfatto e sulla memoria per tornare da A che lo sta chiamando.

E se ci sono problemi?

far tornare il caneCiò che può più facilmente capitare è che durante il tragitto tra i due conduttori, soprattutto quando si deve spostare da A verso B, il cane abbia dei ripensamenti o delle distrazioni e si fermi. Al contrario di quanto verrebbe istintivo fare, il conduttore B non deve chiamare il cane, ma è il capobranco A che deve incitare l’animale a proseguire per raggiungere B. Una volta arrivato, Fido va gratificato più intensamente del solito e assolutamente premiato con un bocconcino. Se ciò capita nella seconda fase dell’esercizio, cioè quando non è possibile controllare i movimenti del cane da parte di entrambi i conduttori, sarà necessario utilizzare le ricetrasmittenti e in questo caso il conduttore che non vede il cane dovrà chiamarlo a gran voce fino a quando non verrà raggiunto da esso.
Ricordiamoci che potrà essere più facile insegnare al cane a raggiungere il membro capobranco, piuttosto che l’altro, quindi gli esercizi dovranno essere maggiori per il passaggio da A verso B.

Alcune accortezze

far tornare il caneGli esercizi per far tornare il cane al comando sono parecchio faticosi per il nostro animale, che dovrà percorrere di corsa dei tragitti sempre più lunghi, man mano che l’addestramento prosegue. Per questo motivo è importante che entrambi i conduttori abbiano sempre acqua e ciotola per dissetare l’animale, la coperta di Fido per far sì che possa riposarsi su qualcosa di familiare e, soprattutto, bisogna scegliere il periodo dell’anno giusto e gli orari più adatti a evitare un colpo di calore o un eccessivo affaticamento. Ultimo, ma non meno importante, è scegliere per gli esercizi, un posto lontano da strade trafficate o da altri pericoli, in cui il cane potrebbe cadere se dovesse sentirsi perso o abbandonato ed essere meno concentrato di quanto dovrebbe. Se Fido si allontana dalla vista di entrambi i conduttori, colui che lo ha inviato per l’ultima volta non deve abbandonare la propria posizione e rimanere ad attendere che il cane torni, perché la maggior parte delle volte un cane perduto cerca di ripresentarsi dove ha visto il padrone l’ultima volta. Usare le trasmittenti tra chi sta fermo e chi cerca il cane è molto d’aiuto in questi casi.

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