I giganti preistorici sono ancora tra noi. Un team di ricercatori ha scoperto un uovo con un embrione di dinosauro perfettamente conservato e raggomitolato come un pulcino. Il fossile è stato rinvenuto a Ganzhou, nel sud della Cina, in una roccia risalente al Cretaceo superiore. L’esemplare, che è stato ribattezzato “Baby Yingliang”, è un oviraptosauro vissuto almeno 70 milioni di anni fa. La collaborazione tra l’Università di Birmingham, in Inghilterra, e la Facoltà di Geoscienze, in Cina, ha permesso di elaborare l’identikit di questo antico dominatore della preistoria. La ricerca completa è stata pubblicata su iScience.
Come spiega Fion Waisum Ma, giovane dottoranda in paleobiologia all’Università di Birmingham e autrice dello studio:
«Gli embrioni di dinosauro sono fossili rarissimi, anche perché la maggior parte sono incompleti e con le ossa lussate. “Baby Yingliang” è conservato in ottime condizioni e ci aiuta a rispondere a molte domande sulla crescita e sulla riproduzione dei dinosauri. Siamo davvero molto entusiasti di questa scoperta».
Dalla testa alla coda, “Baby Yingliang” è lungo 27 centimetri, mentre riposa rannicchiato in un uovo di 17 centimetri. La testa ripiegata sotto il ventre e tra le zampe con la schiena che segue la curvatura del guscio completano la carta d’identità dell’embrione preistorico. Ma è stata proprio questa singolare postura, definita “tucking”, a incuriosire gli scienziati. Sì, perché la posizione è tipica dei pulcini poco prima della schiusa dell’uovo. Un ulteriore elemento a favore di una lontana parentela tra l’oviraptosauro e gli uccelli, entrambi piumati e con un becco utile per catturare il cibo.
Il fossile è conservato al “Yingliang Stone Nature History Museum” in Cina. Secondo i ricercatori, “Baby Yingliang” è rimasto integro dopo una frana di fango che ha seppellito l’uovo: se si fosse schiuso, l’oviraptosauro sarebbe cresciuto fino a tre metri. Ora i ricercatori hanno l’obiettivo di studiare l’embrione di dinosauro con tecniche di scansione avanzate, così da visualizzare le parti di corpo ancora ricoperte di roccia.
Alla ricerca hanno contribuito anche gli scienziati dell’Università di Edimburgo, in Scozia, dell’Accademia Cinese delle Scienze, a Pechino, e dell’Università di Calgary, in Canada.