Una notizia recente riporta che una tartaruga molto rara è stata ritrovata senza vita in un'isola del Nord.

26 Aprile 2024 di Letizia

Sappiamo che il cambiamento climatico e l’inquinamento da materiale plastico causato dall’uomo, hanno reso quasi ogni habitat inospitale per le creature che vi vivono. Solo per citare un caso, i mari e gli oceani sempre più caldi rendono la vita difficoltosa ad interi ecosistemi. Se prendiamo in considerazione la pesca aggressiva con reti a strascico, da posta e palangari, è innegabile che molti essere viventi sono a rischio di subire lesioni spesso mortali. A livello globale, proprio le attività di pesca rappresentano la minaccia maggiore per le tartarughe marine, con più di 24.000 catture annuali solo in Italia.

Una tartaruga marina comune può vivere in natura fino a 80 anni, queste magnifiche creature sono fondamentali per l’ecosistema marino. Sul loro guscio si possono trovare vere e proprie comunità di piccole piante e animali, in prevalenza crostacei. 

Gli scienziati hanno verificato che la corsa delle tartarughe marine verso latitudini più settentrionali sta crescendo ogni anno che passa. Questo fenomeno è causato dal cambiamento climatico che ha causato un significativo aumento della temperatura rendendo adatti alla deposizione di uova ambienti che solo qualche anno fa erano troppo freddi per questi rettili.

Una tartaruga Caretta Caretta in Canada

Probabilmente, proprio a causa del riscaldamento delle acque che rende complesso alle tartarughe comuni mantenere le loro rotte abituali, per vivere, riprodursi e nidificare, ha condotto un esemplare sulle coste del Canada. Una tartaruga marina Caretta Caretta è stata trovata sull’isola di Vancouver, centinaia di chilometri a nord dal suo habitat naturale nell’oceano Pacifico aperto.

La tartaruga è stata rinvenuta già morta da alcuni escursionisti a Nels Bight vicino a Cape Scott, sull’Isola del Nord. Una coppia di fratelli ha fatto il macabro ritrovamento durante un’escursione sulla spiaggia. L’animale era sicuramente deceduto di recente e presentava i segni dei morsi di qualche altro predatore che ha cercato di cibarsi della tartaruga.

Purtroppo è la seconda Caretta Caretta che viene ritrovata nella zona dopo che una femmina di 38 chilogrammi è stata trovata viva ma gravemente ipotermica per “shock da freddo” mentre galleggiava tra le alghe al largo di Metchosin il 4 febbraio. Questo esemplare, sebbene in pessime condizioni, è stato più fortunato, perché è stato trasportato d’urgenza dai soccorritori all’Acquario di Vancouver, dove si sta riprendendo e si prevede che verrà rilasciata nelle acque oceaniche più calde, probabilmente nell’area di San Diego, nei prossimi mesi. Gli amici dell’acquario l’hanno simpaticamente ribattezzata Moira e si prendono cura di lei con tutta la professionalità e l’amore di cui sono capaci.

I rettili hanno una straordinaria capacità di resistere al freddo, anche se si trovano in una località per loro inospitale. Entrano in una sorta di ipotermia letargica da difesa e possono sembrare decedute ma, se riscaldate, tornano in vita. Ovviamente non possono restare in shock ipotermico a lungo e occorre professionalità per riportarle alla temperatura ottimale lentamente. Purtroppo per l’ultimo esemplare ritrovato non è stato possibile eseguire la procedura di riscaldamento, perché era in acqua da troppo ed era evidente il principio dello stadio di decomposizione, anche se sul carapace erano ancora presenti dei granchi cirripedi.

Come si spiega l’apparizione delle tartarughe nelle fredde acque canadesi

Molte sono le concause che portano le creature marine a smarrirsi, sicuramente il cambiamento del clima le porta a nidificare più a Nord del solito, ma gli esperti hanno anche affermato che questi due esemplari apparsi in Canada abbiano perso la rotta dalle correnti che stavano percorrendo più o meno nello stesso periodo e che alla fine si siano ritrovate sulle coste canadesi senza saperlo andando in crisi ipodermica.

Ovviamente, il cambiamento dei modelli meteorologici e delle temperature oceaniche a causa dello switch climatico potrebbe influenzare la distribuzione delle prede per le tartarughe che sono principalmente carnivore. Quindi, in parole semplici, questi due esemplari avrebbero perso la rotta mentre erano a caccia.

Probabilmente sono partite dalla corrente più calda della California, ma sono state trascinate nella corrente più fredda dell’Alaska che le ha portate sull’isola di Vancouver. Gli esperti ci ricordano che qualora ci trovassimo in un luogo freddo e vedessimo un esemplare di tartaruga marina, per evitare il fenomeno del cold stunning o stordimento da congelamento, dobbiamo agire in maniera tempestiva per non lasciarle morire. Ora sappiamo che questi rettili sanno ridurre drasticamente il loro metabolismo entrando in una sorta di letargia che le porta però pericolosamente a spiaggiare. 

Sulla spiaggia sono lente, indifese e vulnerabili e per evitare che un altro esemplare muoia come l’ultimo che è stato trovato, bisogna contattare immediatamente un centro specializzato in animali marini per salvare una vita. Dobbiamo lottare contro l’inquinamento da materiale plastico e agire con senso civico quando è palese che un animale stia soffrendo perché disorientato probabilmente a causa del riscaldamento globale che ne ha stravolto le abitudini.

Solo noi possiamo sensibilizzare altre persone e coinvolgerle in una progettualità crescente per tutelare le tartarughe che stanno scomparendo dai nostri mari e oceani, e non si meritano questo triste destino: aiutiamole monitorando i nidi, raccogliendo la plastica dalle spiagge e contattando subito i centri medici.

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