Una dichiarazione dei Centers for Disease Control and Prevention ha vietato l’importazione di cani da 113 paesi, classificati ad alto rischio.

1 Luglio 2021 di Gaia Mascellino

Tra le vittime collaterali del Coronavirus ci sono anche i nostri cani che, per via dell’emergenza sanitaria, hanno subito numerosi ritardi nella programmazione delle vaccinazioni. Di conseguenza, negli Stati Uniti è stato preso un provvedimento che ha sospeso l’importazione di cani da diversi paesi.

La dichiarazione del CDC

Con l’intento di evitare un possibile focolaio di rabbia nella popolazione, i Centri per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie (CDC) hanno di fatto interrotto l’importazione di cani da ben 113 paesi, catalogati tra quelli ad elevato rischio di rabbia canina.

Nonostante la severità della disposizione, quest’ultima è stata supportata dalla quasi totalità dei veterinari del CDC. Tra questi, la ricercatrice Emily Pieracci ha evidenziato quanto la rabbia (soprattutto negli Stati Uniti) sia stata in passato un problema di enorme rilevanza non solo per gli animali, ma anche per per l’essere umano.

I dati, in effetti, destano preoccupazione: gli esperti hanno stimato che circa il 6% di cani che vengono regolarmente importati negli Stati Uniti arrivano direttamente da zone a rischio di rabbia e che il contatto con un singolo cane infetto comporta una rapida trasmissione del virus, facile da prevenire ma difficile da sradicare.

Il provvedimento entrerà quindi in vigore a partire dal 14 luglio e verrà applicato anche a quei cani che , pur residenti nel Paese, hanno recentemente viaggiato fuori dagli Stati Uniti. Nello specifico:

La sospensione si applica a tutti i cani, compresi i cuccioli, cani di supporto emotivo e cani che hanno viaggiato fuori dagli Stati Uniti e che stanno tornando da un paese ad alto rischio.

È pertanto necessario compilare una richiesta di approvazione seguendo le istruzioni di questo sito e inviarla all’indirizzo di posta del CDC almeno 30 giorni prima del proprio rientro negli Stati Uniti. L’organizzazione valuterà caso per caso l’idoneità al rimpatrio di cani e padroni. La presentazione della domanda non garantisce il rilascio del permesso. Tuttavia, senza questa procedura i padroni di cani che rientrano da zone ad alto rischio verranno messi di fronte a una drammatica decisione: trascorrere un imprecisato periodo all’estero o abbandonare il proprio cane?

Salute e prevenzione: uno sguardo al futuro

Fortunatamente, si tratta di una soluzione d’emergenza. Il CDC ci tiene a sottolineare che la dichiarazione è temporanea e che verrà rivalutata con periodicità. Presto sarà di nuovo possibile viaggiare in libertà, in compagnia del proprio cane, senza doversi preoccupare di virus letali che possano colpire animali e padroni.

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