“Porte aperte agli animali domestici”, ha sancito una recente riforma di legge. Tuttavia spesso andare tutti d’accordo nel condominio è difficile.

11 Aprile 2017 di Redazione

“Porte aperte agli animali domestici”, ha sancito una recente riforma di legge. Tuttavia spesso andare tutti d’accordo nel condominio è difficile.

Nei condomini, gli animali sono tema di grandi discussioni e anche di grandi litigi, che spesso finiscono in tribunale, come riportano le statistiche elaborate tanto  dagli amministratori di condominio quanto dalle associazioni che difendono i diritti degli animali.

Con l’approvazione della Legge di riforma del condominio, la numero 220 dell’11 dicembre 2012, in vigore dal 2013, si è fatta un po’ di chiarezza in tema di animali. L’art. 16 della legge ha, in sintesi, introdotto, il divieto di  inserire nei regolamenti condominiali clausole che neghino o limitino la libertà di tenere con sé un animale da compagnia.

Tra i temi più “dibattuti”, spesso vi è l’uso degli spazi comuni. La nuova legge, sebbene non ne faccia apertamente menzione, autorizza, di fatto, l’uso delle parti  condominiali comuni da parte degli animali domestici accompagnati dai loro padroni cioè dell’ascensore, delle scale, dei terrazzi, dei giardini o dei cortili.  L’accesso degli animali in queste aree, principalmente cani e gatti, non è però esente da regole: il limite sta nel diritto alla quiete e alla salute degli altri  condomini. E negli ultimi anni, si è registrato un notevole aumento di “liti condominiali” su temi come quello dei bisognini, dei peli, degli odori o, ancora più  spesso, dei rumori causati dagli animali.

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