14 Maggio 2020 di Andrea Comini

Dichiarazioni allarmiste

Dopo la poco felice uscita di inizio aprile sul presunto rischio di contagio Covid-19 da parte di cani e gatti  (https://amicidicasa.it/primo-piano/ilaria-capua-e-linformazione-su-cani-e-gatti/), smentito ampiamente da molteplici fonti scientifiche un po’ più impegnate sul campo e molto meno in interviste e comparsate televisive a raffica, la scienziata ed ex parlamentare da tempo trasferitasi per lavoro in Florida ci è ricascata, uscendosene con dichiarazioni allarmiste tutt’altro che lievi ma, di nuovo, senza portare prove scientifiche di quanto detto… Stavolta, però, lasciamo la parola all’Ente Nazionale Protezione Animali.

L’Enpa non ci sta

Ecco un estratto del comunicato dell’Enpa in proposito: “In futuro bisognerà porsi il problema di alcuni animali che potrebbero essere fonte di infezione”… L’allarme, che arriva sempre dalla stessa nota virologa (Ilaria Capua – ndr) che aveva parlato di contagiosità degli animali domestici e che all’inizio della pandemia ha più volte sottovaluto il rischio di contagio, tira in ballo gatti, maiali, visioni e furetti che potrebbero essere, forse in un futuro, fonte di infezione. L’Ente Nazionale Protezione Animali non intende restare a guardare mentre si fanno pubblicamente teorie e ipotesi, che abbiamo più volte visto essere poi risultate del tutto sbagliate, sulla pelle degli animali, gettando ombre su questa o quella specie a seconda della teoria del giorno.

Servirebbe un po’ di etica

Carla Rocchi, Presidente nazionale Enpa: “Generare allarmi infondati e diffonderli pubblicamente attraverso i media è inaccettabile! Non è difficile immaginare quali e quante conseguenze gravissime instillare il dubbio sulla contagiosità degli animali può portare e allora perché, ci chiediamo, si continua a farlo? Quale interesse si cela dietro questa leggerezza e dietro questa incoscienza con cui si danno in pasto alla stampa nozioni assolutamente non verificate ed ipotetiche? Ah saperlo! Abbiamo già visto esperti e virologi sbagliarsi più volte e dichiarare l’esatto opposto di quello che avevano affermato in precedenza. La scienza procede per ipotesi, questo lo sappiamo, ma da qui a fare delle dichiarazioni pubbliche, generando allarme attraverso i media e insinuando dubbi e preoccupazioni sul ruolo che potrebbero avere, forse, chissà un futuro, i nostri animali ce ne passa! Non sarebbe meglio parlare, in pubblico per lo meno, solo di informazioni certe, verificate da studi e ricerche accurate? Possibile che in tempo di coronavirus sia lecito affermare qualunque cosa senza prendersi il carico della responsabilità legale, etica e scientifica di quello che si dice, spesso causando comportamenti sbagliati e suggestioni pericolose? In un momento storico in cui dovremmo aver capito che è fondamentale rivedere le nostre priorità per ristabilire un rapporto con la natura basato sul rispetto e la protezione l’Enpa dice basta all’ennesima possibile fake news sugli animali!”

 

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