I ricercatori sono sempre stati affascinati dal linguaggio degli animali  e dalla necessità di stabilire una comunicazione con i nostri animali domestici al fine di comprenderne i bisogni.

18 Aprile 2018 di Redazione

Intelligenza Artificiale per stabilire una comunicazione con i nostri animali domestici

I ricercatori sono sempre stati affascinati dal linguaggio degli animali  e dalla necessità di stabilire una comunicazione con i nostri animali domestici al fine di comprenderne i bisogni.
La scienza negli ultimi anni  si è concentrata, di conseguenza, sull’intelligenza degli animali, per cercare di capire il modo in cui pensano e si comportano.
I risultati di uno studio dell’Università di Washington e dell’Allen Institute for Artificial Intelligence dimostrano che 
l’intelligenza artificiale non può ancora tradurre in parole i pensieri dei cani, però può già dirci molto sul loro punto di vista, per imparare a conoscerli bene.

Intelligenza artificiale: studio dei movimenti del cane 

I ricercatori hanno equipaggiato Kelp, un malamute,con alcuni sensori posizionati su dorso, zampe e coda e utilizzando una videocamera GoPro gli hanno fatto fare la solita vita da cani, tra pappa, giochi e passeggiate.
I ricercatori hanno ottenuto 380 brevi video e una discreta mole di dati con i quali è stata “nutrita” l’intelligenza artificiale.
L’AI è riuscita a ricostruire con accuratezza come Kelp legge la realtà. Capendo ad esempio come individua un gioco, il proprio padrone o una superficie percorribile.
L’intelligenza artificiale è in grado di capire se il cane ha visto un corridoio o una rampa di scale ma non può, per ora, capire se il cucciolo farà una corsa in giardino o rimarrà seduto al suo posto.

Secondo Kiana Ehsani, uno dei ricercatori, “nessuno sa se il cane vedrà un giocattolo o un oggetto e deciderà di inseguire“.
La ricerca americana è solo un punto di partenza e difatti in futuro si potrebbe leggere con più attenzione il pensiero degli animali.

Intelligenza artificiale: così si istruiscono i Robot

La Ricerca americana è servita, però, per una ulteriore applicazione dell’intelligenza artificiale: raccogliere dati per istruire i robot.
Chiunque abbia fatto una passeggiata con un cane su un terreno scosceso sa quello che dice Ehsani: “I cani sono davvero bravi a trovare dove camminare, dove possono andare e dove no. Sanno se una superficie è appuntita, scomoda o troppo ripida. Trasferire queste capacità a un computer è difficile perché comportano molte conoscenze pregresse. Programmare un robot seguendo queste regole sarebbe difficile. Un cane, invece, le conosce già“. Ecco allora che “la rete neurale potrebbe apprenderle osservando il comportamento di Kelp“. 

Vogliamo ricordare che il linguaggio dei cani si basa su tre livelli: visivo-corporeo, tattile e olfattivo e lo o studio si è concentrato unicamente su un solo canale della comunicazione dei cani, senza considerare le facoltà empatiche del cucciolo.

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