Rottweiler: il cane dei macellai riscoperto per caso
La storia di questa razza si perde nei secoli, addirittura occorre risalire all’epoca romana quando le legioni, valicando le Alpi in direzione Nord, portarono con sé i progenitori dell’attuale Rottweiler impiegandoli come guardiani e pastori delle mandrie. Le legioni si stanziarono nella Germania sudoccidentale, lungo le sponde del fiume Neckar, fondando nel 73 d.C. l’insediamento di Arae Flaviae. La città crebbe e quando i Romani se ne andarono, nel 700 d.C., prese il nome di Rottweil, appellativo poi trasmesso alla razza.
Qui gli antenati del Rottweiler, incrociati con cani locali, si diffusero divenendo i cani prediletti da mandriani e macellai per la gestione del bestiame e la sua difesa dai ladri. Agli inizi del Novecento la diffusione della razza subì un brusco arresto, a causa di una nuova legge che proibiva gli spostamenti delle mandrie lungo le strade tedesche in favore del trasporto su rotaie. Persa la sua funzione originaria, il Rottweiler vide calare la sua “buona stella” finché, quasi per un caso fortuito, fece di nuovo la sua comparsa all’Esposizione di Heidelberg nel 1905, dove fece decisamente colpo. Al 1907 risale la fondazione del Club Tedesco del Rottweiler e l’iscrizione del primo esemplare al Libro Origini. Da allora la sua fortuna è stata in ascesa. E in Italia? Il Rottweiler è “tornato” nel 1938, con l’iscrizione al Libro Origini dell’Enci di due esemplari provenienti dall’allevamento tedesco “von Hackerbrücke”. Al 1950 risale la nascita del primo vero allevamento italiano, fondato a Como con l’affisso “Rotargus”, e al 1979 la nascita del Rottweiler Club Italiano.