Scopri i sintomi dell'insufficienza renale nel cane, la malattia che colpisce i reni e i cui sintomi non sono sempre facili da riconoscere.

4 Maggio 2022 di Redazione

L’insufficienza renale è una delle principali cause di morte in un cane anziano e riguarda la perdita delle capacità metaboliche esocrine ed endocrine dei reni. La diagnosi precoce della malattia non è semplice, perché spesso la sua progressione è lenta (può durare mesi o addirittura anni) e i tempi di insorgenza sono differenti per ciascun animale. I segni clinici si manifestano quando la perdita della funzione renale riguarda il 75% dei nefroni, che sono le unità funzionali dell’apparato escretore.

Ma quali sono i sintomi che manifesta il nostro amico a quattro zampe quando si ammala ai reni? Eccoli di seguito.

Sintomi dell’insufficienza renale nel cane

L’insufficienza renale insorge prevalentemente nei soggetti anziani, colpendo circa il 15 % dei cani che hanno superato il decennio di vita. Tuttavia, può rendersi evidente anche in cani giovani o più raramente fin dalla nascita per cause congenite (come nel caso della displasia renale) o ancora può derivare da fattori patologici quali infezioni, avvelenamenti, infiammazioni e tumori che interessano le vie urinarie.

Tra i sintomi manifestati da un cane affetto da insufficienza renale troviamo:
– aumento della sete a cui si accompagna l’abbondante produzione ed eliminazione di urina;
– alito maleodorante;
– infiammazione del cavo orale;
– appetito ridotto o altalenante;
– aumento degli episodi di vomito, spesso a digiuno;
– mantello in disordine;
– dimagrimento;
– anemia;
– debolezza più marcata.

Consigli su come prevenire la malattia

Nonostante la difficoltà a formulare una diagnosi precoce, è possibile giocare d’anticipo e prevenire l’insufficienza renale sottoponendo il nostro cane ad alcuni accertamenti diagnostici periodici.

Tra i più utili si consigliano:
– analisi dell’urina, con particolare riferimento al peso specifico e alla presenza delle proteine;
– l’esame del sangue da effettuare una volta all’anno, con valutazione emocromocitometrica, creatininemia, azotemia, fosforemia, protidogramma ed eventuali test sierologici;
– lo studio ecografico dell’apparato escretore;
– eventualmente, l’istologia successiva a prelievi bioptici.

La storia clinica, il quadro generale e i riscontri degli esami permettono di differenziare le forme acute da quelle croniche e di formulare, di conseguenza, una prognosi.

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