Da uno studio recente è emerso che il cervello dei cani elabora il linguaggio umano in modo simile a come facciamo noi umani.

29 Ottobre 2020 di Ilaria Aceto

I nostri cani sono veri e propri membri della famiglia e, per questa ragione, parliamo spesso con loro. Ci congratuliamo quando fanno i bravi, li “sgridiamo” quando fanno un danno in casa, raccontiamo loro perfino le nostre giornate. E i nostri cani sembrano proprio capirci. Ma come funziona il loro cervello quando comunichiamo con loro? Come capiscono il linguaggio umano? Colgono il significato delle parole oppure solo la loro intonazione?

Uno studio condotto dai ricercatori del Dipartimento di Etologia della Eötvös Loránd University (Budapest) e riportato sulla rivista Scientific Reports risponde alle nostre domande. Gli studiosi, per scoprire come fanno i nostri cani a capirci quando parliamo, si sono serviti della risonanza magnetica funzionale che consente di vedere quali aree del cervello si attivano in determinati momenti.

Per riuscire nell’impresa si sono scontrati con diverse difficoltà, la principale delle quali era far sì che i cani restassero immobili nell’apparecchio per le risonanze alcuni minuti, necessari a condurre l’esperimento. Attraverso il rinforzo positivo, i ricercatori hanno addestrato tredici cani e le loro scoperte si sono rivelate sensazionali.

L’esperimento condotto consisteva nel dire ai cani alcune parole, alcune conosciute (come per esempio “bravo”) e altre sconosciute e neutre (come congiunzioni e avverbi), a volte con un’intonazione elogiativa e a volte neutrale. Durante lo studio venivano monitorate le aree cerebrali che si attivavano mentre gli animali ascoltavano tali parole. Per evitare interferenze di alcun tipo non erano i proprietari dei cani a comunicare con loro, ma una studiosa.

Ciò che si è scoperto è che, proprio come accade per gli umani, i cani elaborano il linguaggio integrando intonazione e parole, senza dunque separare le due informazioni. In modo analogo a ciò che accade a noi, quando l’intonazione con cui si parla è elogiativa, si attivano nei cani le regioni cerebrali subcorticali, situate nell’emisfero destro; mentre quando i cani riconoscono la parola pronunciata anche con tono neutro si attivano le regioni corticali uditive, situate nell’emisfero sinistro. Alla fine le due informazioni vengono elaborate insieme.

Anche se i cani elaborano il linguaggio umano in modo simile a noi, ciò non significa che capiscano le parole che rivolgiamo loro. Più semplicemente, potrebbero aver memorizzato una sequenza di suoni, che riconoscono. Lo spiega Attila Andics, co-autore dell’articolo:

Tali somiglianze non implicano però che la gerarchia osservata si sia evoluta per l’elaborazione del linguaggio; può, invece, riflettere un principio di elaborazione più generale. Più semplicemente, le indicazioni vocali che danno indizi emotivi (come l’intonazione), sono analizzate a livelli più bassi, mentre gli indizi più complessi e appresi (come il significato delle parole) sono analizzati a livelli più alti in diverse specie.

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