Emergenza anche per i randagi
In questi giorni si ripetono episodi in cui i volontari delle associazioni di protezione degli animali impegnati nella loro preziosa opera vengono multati dalle forze dell’ordine perché violerebbero le norme anticoronavirus in vigore. Ma non è così, contesta l’Enpa, che ha diffuso questo comunicato. Lo condividiamo e lo riprendiamo integralmente:
«I volontari che sul territorio si occupano di animali liberi, di colonie feline e in generale di fauna urbana fanno quello che dovrebbero fare i Comuni anche in un periodo di emergenza come questo. Eppure in molti casi vengono multati da Polizie locali e dalle altre forze dell’ordine.
Sono numerosi ormai i casi di cui si sta occupando la Protezione Animali in questi giorni. Non solo nostri volontari, ma anche volontari di altre associazioni. Si tratta di persone che, spesso per non far morire di fame i gatti di colonia o i randagi liberi sul territorio (in molte Regioni la legge regionale prevede il “cane di quartiere” che va accudito), adottano tutte le misure di sicurezza personale e rischiando in prima persona si prendono cura di animali che altrimenti sarebbero abbandonati. A sostegno di tutti i volontari multati o denunciati, l’Enpa ha messo a disposizione il proprio Ufficio legale, che raccoglie le segnalazioni all’indirizzo mail ufficiolegale@enpa.org e supporta legalmente i volontari”.
I volontari non violano le norme, anzi
Prosegue l’Enpa: “Eppure le indicazioni del Governo e quelle specifiche del Ministero della Salute sono chiare: accudire un animale è uno stato di necessità, il lavoro volontario di chi si occupa di animali liberi non solo è consentito ma è indispensabile, necessario, indifferibile ed è espressamente consentito dal Ministero della Salute, che permette gli spostamenti per questa finalità. Molti Comuni virtuosi e qualche Regione hanno addirittura coordinato le attività con le associazioni”. Chiaro no?
L’appello di Carla Rocchi
Concludiamo con l’appello di Carla Rocchi, presidente nazionale Enpa: “Ci appelliamo al Presidente dell’Anci Antonio De Caro, ai vertici di Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza affinché siano diramate norme di comportamento chiare per chi effettua i controlli, nella speranza che chi si prodiga volontariamente (spesso, ribadiamo, sostituendosi ai Comuni) non sia considerato per principio un furbetto che vuole eludere le norme. I nostri volontari svolgono un lavoro prezioso che le Amministrazioni in questo momento non fanno e lo fanno soprattutto con risorse e mezzi nostri e delle altre associazioni. Multare una attività meritoria e necessaria come questa è, oltre che illegittimo, profondamente disdicevole”. Ci associamo all’appello.