Linee guida per il contrasto e la prevenzione del fenomeno del randagismo
Lo scorso 19 novembre la Giunta Regionale siciliana ha pubblicato le “Linee guida per il contrasto e la prevenzione nella Regione Siciliana del fenomeno del randagismo”. Tante buone intenzioni intenzioni, ma non sostenute.
Proposte per migliorare la gestione del randagismo
Le proposte per il randagismo sono positive, come ad esempio quella di trasformare il canile in “parco canile”, o evitare che siano i volontari delle associazioni a farsi carico di animali soccorsi vaganti o incidentati. Proposte che, non potranno mai diventare realtà. La grave mancanza che riscontriamo è proprio questa: non considerare la realtà dei fatti. Una realtà fatta di istituzioni ed enti inadempienti.
Per migliorare la gestione del randagismo è importante puntare in alto. Il primo passo deve essere accertarsi che la base della piramide dei doveri istituzionali sia solida. Altrimenti il sistema crolla all’istante. Il mondo del volontariato deve essere regolamentato, ma non deve essere l’apice di tutto: dove non arrivano le istituzioni, compensano le associazioni. L’opera dei volontari deve essere un grande valore aggiunto, ma non deve essere un lavoro sostitutivo. Al momento si tratta di un circolo vizioso: i volontari si fanno carico in toto di animali invisibili e moribondi in strada o nei canili stessi, come documentato da centinaia di casi.
Incentivare le attività di sensibilizzazione e informazione
Senza considerare la totale assenza di menzioni ad attività di sensibilizzazione , soprattutto considerando che il principale problema del randagismo è quello delle cucciolate indesiderate. L’aumento di cani vaganti per abbandono o nascite incontrollate è causata dalla superficialità e irresponsabilità civica con la quale i cani vengono gestiti. Bisognerebbe incentivare le campagne di sensibilizzazione mirate alla realtà locale per una corretta convivenza uomo-cane. Vigilare sul rispetto delle leggi e favorire campagne di sterilizzazione di massa per i cani di proprietà non custoditi, devono essere i primi imprescindibili step da attuare.
Senza un’analisi realista del quadro generale (includendo anche il randagismo felino) anche le proposte valide resteranno solo belle parole. Il rischio che si sta sempre più delineando è quello di alimentare una confusione generale che non favorirà mai il rispetto dei diritti degli animali.