La guardia indagata per aver ucciso il cane Sota ha sostenuto davanti al giudice che l'animale si è avventato su di lui e che gli ha sparato per proteggersi.

2 Luglio 2019 di Redazione

Al processo le guardie che hanno sparato al cane Sota

La guardia di Barcellona indagata per aver ucciso lo scorso dicembre Sota, il cane di un senzatetto, ha sostenuto Lunedi davanti al giudice che l’animale si è avventato su di lui e che gli ha sparato per proteggersi.

La morte del cane Sota a Plaza Espanya a Barcellona, ​​ha suscitato indignazione generale scatenando un’ondata di proteste e manifestazioni nella capitale catalana. Lo scorso dicembre il proprietario aveva dichiarato che Sota era calmo, non stava facendo niente e di conseguenza è stato attaccato senza motivo.

Le dichiarazioni degli agenti

La versione dei due poliziotti è totalmente diversa. Gli agenti hanno dichiarato davanti al giudice che si trovavano dentro la vettura e che, vedendo il cane slegato, sono scesi e hanno chiesto la documentazione al proprietario, il quale ha reagito con un atteggiamento aggressivo aizzando l’animale alla violenza. Il cane ha cominciato a ringhiare.

Temendo per la sua integrità, l’agente ha ritenuto che l’unico modo per proteggersi era sparare: ha centrato l’animale in testa che è morto sul colpo. In aula erano previste le dichiarazioni di due testimoni, proposti dalla difesa, che hanno assistito all’accaduto, ma si sono rifiutati di apparire poichè volevano rimanere anonimi.

Secondo i risultati dell’autopsia condotta su l’animale, la ferita della testa non ha mostrato tracce di polvere da sparo. Questo può indicare che il colpo è stato sparato a diversi metri di distanza. Mentre il rapporto balistico afferma che il proiettile sarebbe partito da una distanza inferiore a un metro. Insomma non vi è alcuna chiarezza.

Alle porte della Ciutat de la Justicia, questa mattina si sono radunati trenta attivisti per protestare contro l’azione della polizia, con striscioni con slogan come “Justice for Sota”, “Gli animali hanno diritti, chiediamo una legge per loro”. Ma a quanto pare ancora una volta per questo animale non sarà fatta giustizia e la verità rimane tutt’ora un mistero.

Fonte e immagine in evidenza via elPeriodico.com

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