Mia cagnolina gettata in acqua con una pietra legata al collo fu salvata da alcuni bagnanti. Oggi a quanto pare Mia non avrà giustizia.

12 Marzo 2019 di Redazione

Il PM del Tribunale di Trapani chiede l’archiviazione: la versione dell’indagato sarebbe credibile

I fatti risalgono a luglio 2018 quando Mia, una cagnolina meticcia, fu salvata da alcuni bagnanti dopo essere stata buttata in mare con una pietra legata al collo in provincia di Trapani. All’epoca l’episodio ebbe una fortissima eco mediatica, tanto da essere commentato dal Ministro dell’Ambiente Sergio Costa e dal Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede che in quell’occasione si impegnarono a far inasprire le pene per i reati contro gli animali.

Grazie al microchip il proprietario di Mia era stato trovato e denunciato per maltrattamento di animale. Oggi è arrivata la sentenza: il PM del Tribunale di Trapani ha chiesto l’archiviazione del procedimento a carico dell’indagato.

Il Procuratore ha ritenuto credibile la versione fornita dall’uomo, che ha dichiarato che avrebbe portato la cagnolina al mare per lavarla, avrebbe collocato il collare su uno scoglio mettendoci una pietra sopra e che Mia a un certo punto sarebbe scappata tirandosi dietro la pietra a cui nel frattempo si era attorcigliato il collare e scivolando in acqua. Il proprietario, a quel punto, se ne sarebbe andato confidando che la cagnolina Mia sarebbe tornata a casa da sola.

La LNDC si oppone a questa decisione: “motivazioni davvero assurde”

In venti anni di avvocatura mi è capitato davvero raramente di leggere delle motivazioni così assurde”. Afferma l’avv. Michele Pezone – Legale e Responsabile Diritti Animali di LNDC. “Mi auguro che il GIP del Tribunale di Trapani respinga già di sua iniziativa questa richiesta di archiviazione, ma in ogni caso LNDC presenterà opposizione formale perché il racconto dell’uomo è totalmente inverosimile. Faremo tutto ciò che ci è consentito dalla legge per fare maggiore chiarezza sulle sue responsabilità”.

Sono davvero sconcertata da questo provvedimento del PM”, commenta Piera Rosati – Presidente LNDC Animal Protection. “Accade spesso, purtroppo, che la magistratura sottovaluti i reati contro gli animali ma questa richiesta di archiviazione ha del grottesco .Prendere per buono un racconto del genere vuol dire semplicemente volersi girare dall’altra parte e far finta di non vedere. La cosa comunque non finirà sicuramente qui; daremo battaglia affinché un gesto così grave – che solo per un caso fortuito non è finito in tragedia – non venga liquidato come un banale incidente.

COMUNICATO STAMPA DA LNDC – Lega Nazionale per la Difesa del Cane

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