21 Dicembre 2019 di Redazione

La Storia della Settimana: Andrea e Simona si innamorano degli occhi di Gibbs

La Storia di questa settimana è dedicata ad Andrea e Simona, due nostri affezionati lettori de “Il Mio Cane”. Simona ci ha narrato di Gibbs, il loro anzianotto Setter Inglese trovato online e adottato da un rifugio della Campania.

La felicità? Aprire gli occhi e ritrovarsi accanto a noi

Simona ci racconta: «Quando è arrivato a Milano insieme a tanti altri cani e gatti su un furgone di volontari partito la sera prima dalla Campania, è stato il primo a essere liberato dal kennel. Il mio compagno l’ha preso in braccio e, al guinzaglio, l’abbiamo accompagnato al primo albero… ed eccolo lì: un Setter Inglese che avevamo visto online, ospitato in un rifugio già da quattro anni, dopo i primi due passati probabilmente nel serraglio di un cacciatore e poi, per qualche tempo, in mezzo a una strada.

Il suo sguardo era ancora quello del canile. “Chissà in che gabbia finirò stavolta?”, sembrava chiedersi. Poca strada ed eccoci a casa. In giardino. Liberato dal guinzaglio, si è messo a esplorare con cautela, quasi cercando di capire dove fosse il trucco. In fondo, la vita con lui era stata piuttosto perfida. Ma non c’erano trucchi. Poi, l’incontro con le nostre altre due creature, due femminucce un po’ bisbetiche. E qui il suo sguardo è cambiato, si è fatto più curioso e meno preoccupato.

Qualche gradino ed eccoci alla porta d’ingresso: le due piccole entrano ma lui esita, non capisce. Scruta dal varco della porta e sembra chiedersi dove sia finito… Certo: non era mai entrato in una casa! Poi, sull’esempio delle altre due avanza quasi in punta di piedi. Con gli occhi pare chiedere il permesso di esistere anche lì dentro, dove mille odori gli parlano di mille cose nuove. Una settimana più tardi fa il suo trionfale “debutto” sul divano!

Ora, dopo un paio di mesi, non mangia più alzando la testa a ogni boccone nel timore che qualcuno si appropri del suo cibo e dorme sereno nella sua cuccia morbida ai piedi del letto. Ogni tanto, però, nel sonno guaisce, piange. È il passato che ritorna, vigliacco, approfittando del suo sonno. Allora mi avvicino e lo chiamo dolcemente per nome. Si sveglia, mi riconosce e la sua coda suona come una bacchetta su un tamburo, picchiando a raffica contro il pavimento. La sua felicità è risvegliarsi al sicuro, accanto a noi. Ed è anche la nostra.»

Simona

Rubrica: “La storia della settimana”!

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