Scopri in questo articolo, a partire dai dati forniti dal Rapporto Assalco-Zoomark 2022, l'evoluzione del ruolo del Veterinario in Italia.

1 Giugno 2022 di Redazione

La 15esima edizione del Rapporto Assalco-Zoomark popone un’analisi del mercato e dei principali trend sociali nel mondo del Pet in Italia. In questo articolo presenteremo, a partire dai dati forniti dal Rapporto, la fotografia del ruolo del Veterinario in Italia con l’avvento della pandemia da Covid-19.

Il ruolo del Veterinario in Italia

Negli ultimi 15 anni, come documentano le indagini condotte dall’Associazione Nazionale dei Medici Veterinari Italiani (ANMVI), il Veterinario è il principale punto di riferimento dei proprietari di pet. I proprietari italiani consultano il medico per affrontare qualsiasi tematica – dall’alimentazione alla prevenzione di parassiti, dall’igiene al comportamento – durante tutto il ciclo di vita dell’animale, dallo svezzamento all’invecchiamento. Al lui si ricorre sempre più spesso anche per consigli non strettamente sanitari come i trattamenti di pulizia, la toelettatura, gli accessori e i giochi.

Il 91% dei proprietari ha un Veterinario di fiducia e Il 94% di loro dichiara di seguire fedelmente le sue prescrizioni su salute, cure e benessere del proprio pet. E, sempre più spesso (81%), per patologie alimentari che richiedono correzioni nutrizionali e una dieta veterinaria mirata.

Il Veterinario in tempo di Covid

Una svolta epocale è arrivata con la pandemia da Covid-19 che ha confermato il profondo investimento affettivo delle persone nei confronti dei loro pet. Durante il lockdown del 2020 e per tutta la durata dell’emergenza nel 2021, il rapporto con il Veterinario di fiducia si è rafforzato insieme all’attaccamento affettivo al proprio animale.

Il risultato è stato un aumento delle cure veterinarie. Sono sempre meno coloro che portano il proprio pet dal Veterinario solo in situazioni d’emergenza o quando la malattia è già in stato avanzato. Sono invece in forte aumento i proprietari attenti alla prevenzione e che hanno imparato a riconoscere i segnali di malessere dei loro animali.

Inoltre, per il 41% dei Veterinari l’attività è aumentata in seguito alla pandemia, soprattutto nei confronti di pazienti già acquisiti, portati in visita più frequentemente.

Questo dato dà conto di quanto l’avvento pandemico abbia incrementato l’esigenza affettiva nei confronti dei nostri animali, ponendo un ulteriore accento sul loro quadro medico-sanitario.

Fonte: Rapporto Assalco-Zoomark 2022.

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