Se amate gli animali potete recuperare questi film, anche solo per alcune scene memorabili da non perdere.

10 Settembre 2024 di Letizia

Amici, compagni, famiglia: per molte persone gli animali sono tutto questo e anche di più. I nostri amici di casa hanno affascinato da sempre gli spettatori di film e serie tv che hanno raccontato la bellezza della natura.

Ci sono storie straordinarie che superano ogni barriera e parlano al pubblico di tutto il mondo. Abbiamo pensato alle scene più iconiche che sono rimaste scolpite nella nostra memoria in maniera indelebile, magistralmente girate e ben calibrate per catturare le nostre emozioni.

Hachiko – Il tuo migliore amico

Questo film del 2009 è diventato un classico nell’immaginario collettivo. Un film pieno di sentimenti interpretato da Richard Gere e da un meraviglioso cane Akita. L’attore è un professore che trova un cucciolo abbandonato e decide di portarlo a casa, sviluppando con lui un rapporto molto intenso.

Quando lui avrà un malore fatale, il cane, chiamato Hachi, ricorderà per sempre il suo migliore amico. Un film basato sul connubio di lealtà e amore, tratto da una storia vera. La scena che ci ha rubato il cuore è quella finale, quando il tempo è passato e Hachiko continua ad aspettare il professore.

Avvertiamo fisicamente lo scorrere del tempo: ci sono giorni di sole, di pioggia, di freddo, qualcuno offre del cibo al cane e alla fine i mesi diventano anni e le forze mancano. Il cane esausto si concede di sdraiarsi, ma non lascia il suo posto, fino a che anche i suoi giorni sono volti al termine e di lui non resterà che una statua, a ricordare la sua devozione. Le nostre lacrime scorrono a fiumi in quel momento.

Lo Squalo

La sapienza di Steven Spielberg ci ha donato una delle sequenze più memorabili della storia del cinema. La genialità si nasconde sempre dietro quello che non possiamo vedere. Una coppia dopo una serata decide di nuotare, la ragazza entra in acqua e il ragazzo un po’ brillo si addormenta a riva.

Noi viviamo la soggettiva del più feroce predatore dei mari, perché scorgiamo le gambe della ragazza che nuota e sentiamo le due note di terrore che compongono il tema de Lo Squalo riconosciute universalmente come sinonimo di pericolo e tensione.

Solo due note che distano un intervallo di semitono l’una dall’altra (MI – FA oppure FA – FA#). La lieve differenza di intonazione tra le due note coinvolte crea una tensione molto forte, un lieve spostamento che ondeggia da una nota all’altra in maniera sinistra e minacciosa. In questo preciso momento noi siamo lo squalo, il resto è leggenda.

Free Willy – Un amico da salvare

Un classico intramontabile degli anni ‘90 che ricordiamo con grande affetto ed emozione. Il film narra la storia dell’orfano dal carattere difficile Jesse, che crea scompiglio in un parco acquatico, viene affidato a dei genitori adottivi e deve lavorare proprio nel parco per farsi perdonare.

In questo luogo incontra Willy, una giovane orca che è stata separata dalla sua famiglia e messa in una vasca. Due storie di privazione parellele. I nostri piccoli eroi sviluppano un legame molto forte e con l’aiuto del gentile addestratore Lindley riescono a creare delle esibizioni. Tuttavia, l’avido proprietario del parco scopre presto il duo e progetta piani per trarne profitto.

Il successo del film è dipeso da una scena memorabile e ben girata: il salto di Willy, che avviene nel momento culminante della storia, quando scappa nell’oceano, dopo aver salutato il suo amico Jesse per sempre. Un scena in slow motion che crea un effetto visivo di impatto grazie a questa enorme orca, che finalmente raggiunge la libertà grazie al potere dell’amore e dell’amicizia del suo amico.

Balto

Balto, mezzo cane e mezzo lupo porta, attraverso un terribile viaggio di mille chilometri, i medicinali che serviranno a salvare un gruppo di bambini malati di difterite. Un cartoon complesso, fortemente voluto dal produttore esecutivo Spielberg, che non ha però richiamato un grande pubblico ai tempi.

Questa storia, nonostante tutto, ha permesso ai più di comprendere la grande importanza che hanno avuto i cani da slitta per portare i medicinali e le forniture necessarie in un’epoca difficile in zone impervie.

Camminando nella zona sud-orientale di Central Park a breve distanza dallo zoo, infatti, è possibile imbattersi nella statua del cane Balto divenuto celebre, insieme ad altri cani da slitta, per l’eroica impresa. Nel 1925 scoppiò veramente un’epidemia di difterite in Alaska e l’unico modo per trasportare l’antitossina era l’utilizzo di cani da slitta. Balto fu l’ultimo della staffetta che riuscì a coprire circa 600 miglia in 5 giorni con una temperatura media di meno 40°!

La scena must è quella in cui l’amico di sempre Boris, un’oca delle nevi con un forte accento russo, dice a Balto, sempre insicuro sulla sua natura di meticcio: “ Tu no cane, tu no lupo…tu eroe…” lacrime a seguire ovviamente.

Colazione da Tiffany

Per i più romantici non può mancare lui, il gatto rosso di Holly Golightly in Colazione da Tiffany, che ha reso memorabile uno dei baci più iconici della storia della cinema. Forse Truman Capote, autore molto cinico, non avrebbe approvato che la donna cambiasse la sua vita per amore di Paul Varjak.

Tuttavia la Holly cinematografica capisce che nella vita bisogna avere delle radici e fare i conti con il proprio passato. Inizialmente spaventata da queste emozioni, nella sequenza finale in taxi, lascia Paul e abbandona il suo micione sotto la pioggia.

È questione di secondi per cambiare la propria esistenza, Holly comprende la vacuità del suo stile di vita e corre disperata, perché Gatto è suo, non è un randagio e lei lo ama, lo chiama, lo vuole con sé come vuole l’amore di Paul. In una scena iconica la povera Holly disperata ritrova Gatto fradicio in un vicolo, con amore lo protegge con il suo impermeabile e finalmente bacia il suo amato sotto una pioggia torrenziale.

Turner e il casinaro

Una delle scene con animali più divertenti del cinema, ci porta in un deposito portuale alquanto dismesso. Vediamo un giovane Tom Hanks perfetto, pulito e pettinato che cammina in mezzo alla ferraglia tenendo in mano un muffin.

A quel punto in una sequenza stupenda, un magnifico esemplare maschio di Dogue de Bordeaux salta dalla finestra con tutta la sua massiccia potenza con in sottofondo la musica di 2001 odissea nello spazio.

Il cane corre in slow motion per captare l’attenzione del pubblico. Vediamo questo molosso enorme sporco, bavoso e ringhiante correre con potenza estrema. A nulla valgono le preghiere di Tom Hanks per dirgli che bella brioche ha portato. Il cane vuole solamente lui, con un balzo incredibile lo atterra, ignora il muffin e lo tiene fermo per la gola sbavando. Tutti abbiamo riso quando il casinaro Hoock ha avuto questo ingresso in scena memorabile.

Dal tramonto all’alba

Concepito dalla mente geniale di Quentin Tarantino e diretto da Robert Rodriguez, di questo film sono tante le scene di cui oggi i telespettatori hanno memoria, molte delle quali sono poi diventate un cult. La danza erotica di Salma Hayek ”Santanico Pandemonium” con un esemplare bellissimo di pitone albino è storia del cinema.

Donna e rettile, seduzione e ferocia con in sottofondo una canzone diventata iconica “After Dark”. Dal tramonto all’alba ha sbalordito tutti, in una miscellanea di  generi, plot twist, assurdo e grottesco come solo due manieristi del calibro di Rodriguez e Tarantino potevano fare.

Il Re Leone

In casa Disney gli animali sono sempre stati benvoluti ed osannati. La celebre sequenza di apertura de Il Re Leone rimane una delle più memorabili mai viste: vediamo l’alba africana che si staglia su un continente incontaminato e ancora incorrotto, con tutte le varietà di animali che si risvegliano a riprendere il loro posto in questo luogo splendido, spontaneo e autentico, per omaggiare il futuro re.

Anche se la trama de Il Re Leone è basata su quella dell’Amleto, almeno in gran parte, il messaggio di fondo del film è più prezioso e si ricollega a questa apertura solenne: siamo tutti parte del famoso “cerchio della vita”, nessuno di noi è più importante degli altri. Tutti abbiamo un compito nel mondo e assolto il nostro ruolo e terminato il nostro ciclo, saremo ancora importanti per le vite altrui, ma diversamente da prima.

L’orso

Il regista Jean-Jacques Annaud ha realizzato un film incentrato interamente su un cucciolo d’orso orfano, che si fa strada tra una disavventura all’altra. Questo straordinario capolavoro vede l’orsetto cercare aiuto e appoggio in un maschio adulto.

L’uso di orsi reali ha creato inquadrature davvero sorprendenti in un film interamente girato secondo il punto di vista degli animali, per un risultato ancora oggi autentico ed inarrivabile dalle opere di fiction che non siano documentari.

L’enorme orso grizzly Kodiak noto come “Bart”, recitava come figura paterna del giovane cucciolo, ed è protagonista di una delle scene più famose della storia del cinema. Il gigantesco esemplare minaccia per interi minuti il cacciatore Tom, solo per risparmiarlo e insegnargli una bella e preziosa lezione sul rispetto verso la natura e i suoi abitanti. Indimenticabile come la frase di James Oliver Curwood “esiste un’emozione più forte di quella di uccidere, quella di lasciar vivere”.

L’uomo che sussurrava ai cavalli

Due amiche e due cavalli, un incidente brutale in cui due perdono la vita. Grace e il suo cavallo Pilgrim si ritrovano rispettivamente, l’una senza una gamba e l’altro ferito così gravemente che solo la madre di lei riesce a salvarlo dall’abbattimento. Le conseguenze tragiche di questo evento lasciano delle ferite nell’animo della giovane e del suo amico a quattro zampe.

Entrambi devono affrontare il trauma per continuare ad avere la forza e la voglia di vivere. Un film che parla di depressione e del rapporto importante con i nostri animali. Essere un unicum con loro, ci permette di ritrovare la gioia, la forza di affrontare i problemi e di sentire che non siamo mai soli. Con sequenze memorabili che sono una lezione di vita e un Robert Redford nel parte dell’horse whisperer più incredibile che lo schermo abbia mostrato, il film è un vero e proprio cult.

La sequenza di chiusura con Grace e Pillgrim di nuovo insieme che si allontano mostrano un connubio perfetto del rapporto uomo e animale. Scena bonus con l’animale che non è presente, ma che ha fatto sorridere tutti noi. In Indiana Jones e l’ultima crociata, il nostro Indi passa molto tempo a discutere con suo padre, perché odia essere chiamato Junior.

Nella scena finale Sallah svela il mistero, chiedendo al padre di Indiana, per quale motivo continui a chiamarlo Junior. E l’anziano professore dice che quello è il suo nome: Henry Jones Junior. Ovviamente l’archeologo più famoso del mondo si indispettisce dicendo che si chiama Indiana, ma suo padre dice che quello era il nome del loro cane. Le risate sono incluse con i titoli di coda ovviamente. 

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