Anche i gatti, come i cani, cercano di parlarci. Sta a noi cercare di capire il loro linguaggio.

9 Ottobre 2018 di Redazione

Parlare con il gatto: sei cose da sapere!

Anche i gatti, come i cani, cercano di parlarci. Sta a noi cercare di capire il loro linguaggio.
In linea generale i gatti, a eccezione dei Siamesi, degli Abissini e di alcune razze orientali, non sono ciarlieri come i cani, e hanno voci individuali uniche e riconoscibili proprio come gli uomini. Chiedono attenzione a tutte le ore del giorno e della notte e non è insolito che uno di questi gatti si metta nel bel mezzo di una stanza, apra la bocca e urli. Niente paura, di solito non è il sintomo che qualcosa non va, indica solo che il vostro amico si sente solo, e vuole attenzioni subito.

Il gatto ci parla. Cosa ci vuole dire il suo miagolio?

MIAGOLIO LAGNOSO: si perde o è confuso, bisognoso di attenzione immediata, molto affamato.
CHIACCHIERICCIO: fa vibrare i denti e muove le mascelle rapidamente con un suono che sembra un chiacchiericcio, quando vede una preda ma non è in grado di afferrarla (per esempio, la finestra è chiusa o la preda è lontana).
BRONTOLIO: è un suono basso, prolungato, rabbioso.
MIAGOLIO: П il modo di “parlare” del gatto. Miagola per salutare gli amici e altri animali che conosce, magari si lamenta o chiede qualcosa.
MORMORIO: somiglia alle fusa, ma non è prolungato. Il gatto spesso mormora per salutare il suo padrone, oppure quando vuole mangiare o ricevere attenzioni. A volte è un ringraziamento.
FUSA: è un ronzio sommesso, ritmico, prolungato. Di solito il gatto lo emette quando è felice e contento, o in specifiche situazioni. A volte, tuttavia, fa le fusa se non si sente bene o ha dolori. In quest’ultimo caso indica bisogno di aiuto.
SOFFIO: segno di rabbia o fastidio, talvolta con emissione di saliva come in uno sputo.
STRILLI: quando lotta o ha forti dolori.

Il gatto ci parla: cosa significano le espressioni del suo muso e dei suoi occhi

Il muso del gatto, come il viso degli esseri umani, è la parte del corpo più espressiva. Ma, a differenza nostra, che usiamo solo gli occhi e la bocca per manifestare quello che proviamo, i piccoli felini si servono di tutte le parti della testa per comunicarci i loro sentimenti: le orecchie, le vibrisse, la bocca, gli occhi.  E’ importante sapere, per esempio, che quando socchiude gli occhi riducendoli a due fessure, appiattisce le vibrisse e gli orecchi, muove freneticamente la coda, emette un roco mugolio, il suo messaggio è: «Smettila di fare quello che stai facendo, altrimenti ti morderò o graffierò». Non è il caso di arrabbiarsi. Il gatto pensa di avervi avvertiti lealmente, e se vi graffia o morde, non è cattivo o subdolo ma si sta proteggendo.
Tutti i gatti, a eccezione dei Siamesi, che talvolta sono strabici, hanno una visione binoculare, sono cioè in grado di vedere gli oggetti in profondità e in prospettiva, proprio come gli uomini. Hanno pupille verticali che cambiano forma a seconda dell’intensità della luce: grosse e tonde al buio e sottili se c’è tanta illuminazione. Se è tranquillo e ci fissa con i suoi occhioni bellissimi sta cercando di capire che cosa abbiamo intenzione di fare e sta chiedendo in qualche modo una interazione con lui, tipo: «non è che ti va di giocare?», oppure «e ora che facciamo?». In ogni caso lo sguardo dritto dritto negli occhi che spaventa tanto qualche essere umano non turba affatto i mici che al contrario proprio grazie a questa modalità espressiva aprono un vero contatto con noi.

Il gatto ci parla: cosa significano le sue posizioni

Guardiamo come è sdraiato o come sta seduto per capire se è rilassato, calmo, spaventato, arrabbiato. Per salutarci il micio incurva il dorso e si struscia addosso a noi. Tiene la coda diritta in alto, a volte ce l’avvolge intorno alla gamba e ci dà colpetti con la testa. Se si mette a pancia all’aria si sta offrendo a noi o ad altri gatti per giochi e coccole: significa che il suo relax è al top. Gli esperti consigliano di non usare mai le mani per giocare perchè, anche se bonariamente, il micio si abitua a trattarci da preda e può esagerare con morsetti e unghie, per questo meglio usare sempre i topolini pelosi o le palline. In ogni caso è molto facile capire quando un gatto è calmo e tranquillo: il dorso è diritto e le zampe posteriori sono ben appoggiate sul pavimento. Se è felice e contento di vederci, spesso inarca la schiena e si mette sulla punta delle zampine. Al contrario, se è spaventato si appiattisce sul pavimento. La coda alta è sempre sintomo di relax, la coda che sbatte di leggero nervosismo o interesse e eccitazione, mentre un gatto stressato o arrabbiato la tiene tra le zampe. Coda grossa e pelo sollevato sono il più classico sintomo di uno spavento.

Il gatto ci parla: baffi e orecchie

Molti animali hanno le vibrisse, ma quelle del gatto sono particolarmente versatili. Oltre a dargli la possibilità di “misurare” lo spazio per non finire incastrato da qualche parte, sono assai espressive. Comunicano tutti i suoi stati d’animo, dalla felicità alla rabbia e altre emozioni intermedie. In posizione normale le vibrisse sono ravvicinate, rilassate, allargate a ventaglio ai lati del muso. In tal modo il nostro amico ci dice che è rilassato, soddisfatto, pronto a ricevere attenzione. Se, al contrario, sono puntate all’indietro e appiattite, vuol dire che è disturbato o impaurito da qualcosa, arrabbiato o sulla difensiva. Che cosa fare? Se dalla posizione del corpo e delle vibrisse vi accorgete che è spaventato, lasciatelo solo e libero di nascondersi. Con il tempo forse si abituerà. Un gatto eccitato, invece, tende ad allargare all’infuori le vibrisse verso la parte anteriore del muso. Le usa per esplorare l’ambiente, come se fossero antenne. Se le vibrisse sono disposte a ventlio e si muovono lentamente in circolo, tipo coda del pavone, vuol dire che il micio, incuriosito da qualcosa, “tasta” le correnti d’aria per capire che cosa succede o dove si trovano le persone o gli altri animali. Le vibrisse svolgono una funzione importante permettendo al gatto di “conoscere” il mondo che lo circonda.
Prima di tutto ricordiamo che i gatti sentono cose che noi umani non riusciremo mai a percepire. Detto questo, le orecchie ci danno informazioni importanti riguardo al suo umore. Nella normale posizione di riposo sono dritte e in avanti, e segnalano che il micio è soddisfatto. Se qualcosa lo incuriosisce, può darsi che le ruoti lateralmente, verso l’esterno, per cogliere meglio il suono insolito che gli arriva. Se ha paura, le spinge all’indietro e le appiattisce sulla testa, e lo stesso fa con le vibrisse, come se cercasse di “rimpicciolirsi” davanti al nemico. A volte fa come i bimbi quando si tappano le orecchie per bloccare un rumore che mette paura. In questo caso, anche se è difficile perchè per noi non funziona così, lasciamolo in pace: cercare di consolarlo lo agita ancora di più.

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