Chi non ricorda il film de Gli Aristogatti? Ma allora la storia dei gatti ereditieri è davvero possibile? Scoprilo in questo articolo!

7 Ottobre 2022 di Redazione

Sempre più persone decidono, nel pieno delle loro facoltà mentali, al contrario di quanto pensano in molti, di lasciare i loro beni ai loro amati animali. È veramente possibile farlo? Esistono dei gatti ereditieri? Scopriamolo insieme!

Chi non ricorda il film Gli Aristogatti?

Il momento dell’apertura di un testamento è spesso fonte di sorprese: chi non ricorda il film Gli Aristogatti? Alla morte dell’anziana Adelaide Bonfamille, il suo maggiordomo scopre che la donna ha lasciato in eredità tutti i suoi beni ai suoi gatti e che, villa e denari, passeranno a lui solo dopo la morte di tutti i felini. Alla notizia il perfido, ma incapace, servitore mette in moto il piano per liberarsi degli eredi che è al centro della trama del film. Ovviamente si potrebbe pensare che essendo quello un film animato, lo sceneggiatore abbia immaginato gran parte della storia. Niente da fare: il medesimo copione si ripete in altre storie di eredità contese tra uomini e animali.

Attenzione però: una storia simile in Italia non sarebbe possibile. Il nostro impianto legislativo, infatti, non permetterebbe mai a una Bonfamille di turno di lasciare un’eredità a un animale. Un cane o un gatto, per esempio, possono essere ereditati, al pari di un divano e una cassa di libri, ma non possono ereditare. E allora cosa si deve fare per garantire ai nostri gatti un futuro dopo la nostra dipartita? Risponde Edgar Meyer, presidente di Gaia Animali e Ambienti.

«In Italia» dice Meyer «è possibile, dopo la dipartita, che il nostro animale domestico possa essere tutelato e “godere” di un supporto economico. Non stiamo parlando però di gatti milionari: il nostro ordinamento giuridico tutela i parenti più stretti. Importante anche ricordare che, se queste scelte non sono ben ponderate, danno vita a contenziosi infiniti». Come possiamo evitare problemi e contenziosi infiniti? «La legge, in questo caso, è molto chiara. Basta nominare nel testamento un erede diretto o istituire un legato (persona fisica o giuridica) che si occupi di amministrare le somme da noi stabilite per assicurare il benessere al nostro animale». Come possiamo essere certi che l’erede o l’associazione che abbiamo scelto rispettino le nostre ultime volontà? «Anche in questo caso ci viene in aiuto la legge. Infatti possiamo nominare un esecutore testamentario che si occuperà di controllare che gli eredi o l’eventuale associazione che abbiamo indicato adempiano a quanto richiesto dal testamento».

Gatti ereditieri: la storia di Choupette

karl lagerfield gatto

Come spesso accade, la realtà supera la fantasia. Alla morte di Karl Lagerfeld i giornali raccontarono che l’ex direttore artistico di Fendi e Chanel, non avendo eredi, aveva lasciato tutto il suo patrimonio, circa 200milioni di sterline, a Choupette, la sua gatta birmana dal foltissimo pelo bianco. Qualche tempo dopo i giornali francesi e inglesi affermarono che ad aver ereditato quel patrimonio erano, invece, sette collaboratori dello stilista ma che tra loro non vi era nessun gatto. C’era però una gattara. A ereditare una parte del denaro sarà, forse, anche Francoise Cacote, da sempre governante dello stilista e ora pet sitter di Choupette.

La donna, che adesso vive con la gatta nell’appartamento di Lagerfeld a Parigi, oltre a gestire le pagine social di Choupette ne soddisfa ogni desiderio. Tuttavia, la vera notizia non è tanto l’eredità alla tata della gatta ma il fatto che molta dell’eredità… non si trova. E la gatta? Può tranquillamente farne a meno. La micia, che Lagerfeld descrisse come: «una specie di Greta Garbo, fonte di ispirazione per l’eleganza e con qualcosa di indimenticabile in lei», possiede un proprio conto in banca. Sul conto sono stati depositati circa 3 milioni di dollari ottenuti da sponsorizzazioni e apparizioni pubblicitarie.

La storia di Tommasino

Qualcosa di simile è accaduto anche in Italia a Tommasino. Questo gatto nero “romano”, di proprietà di Assunta C., classe 1917, potentina ma trasferita a Roma, nel 2011. Infatti, alla morte della padrona si è ritrovato unico erede dei suoi beni: una villa all’Olgiata, due appartamenti a Roma e Milano, conti correnti bancari e terreni in Calabria. Il tutto con un valore stimato di circa 10milioni di euro. 

Tuttavia, in Italia, la legge non permette di lasciare un’eredità a un animale. Per il nostro impianto legislativo un cane o un gatto possono essere parte di un’eredità, possono cioè, essere ereditati, ma non possono ereditare. E allora che fine ha fatto il tesoro di Tommasino? È presto detto: gli esecutori testamentari hanno affidato i soldi e il gatto all’infermiera che aveva seguito la donna nei suoi ultimi anni e che, come Assunta, condivideva un grande amore per i gatti.

Ma la storia non finisce qui! Nel 2013, infatti, Tommasino morì e molti giornali sottolinearono come la sua scomparsa fosse prematura, aveva solo 5 anni, e come la sua morte fosse avvolta in un alone di mistero.

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