I Comuni non possono vietare indiscriminatamente l’accesso dei cani al parco, secondo quanto sentenziato dal Tar in base a un ricorso.

30 Maggio 2016 di Redazione

I Comuni non possono vietare indiscriminatamente l’accesso dei cani al parco, secondo quanto recentemente stabilito dal Tar. La questione era stata sollevata da un’associazione animalista, che aveva fatto ricorso contro l’ordinanza del Comune che vietava in assoluto l’ingresso dei cani nei parchi.

Secondo i giudici, una simile ordinanza “risulta essere eccessivamente limitativa della libertà di circolazione delle persone ed è comunque posta in violazione dei principi di adeguatezza e proporzionalità”. Il divieto aveva l’obiettivo di intervenire contro il problema dei bisogni dei cani lasciati dei parchi e quello degli animali aggressivi non controllati adeguatamente dai padroni, ma secondi i giudici è compito del Comune attivare gli adeguati controlli per garantire che vengano rispettate le regole, e che quindi vengano mantenuti il decoro e la sicurezza.

L’ordinanza dunque, secondo i giudizi del Tar, “è posta in violazione dei principi di adeguatezza e di proporzionalità dell’azione amministrativa, atteso che lo scopo di mantenere il decoro e l’igiene pubblica, nonché la sicurezza dei cittadini, è già adeguatamente soddisfatto attraverso l’imposizione, di cui alla disciplina statale, agli accompagnatori o custodi di cani di rimuovere le eventuali deiezioni con appositi strumenti e di condurli al guinzaglio”.

La decisione del Tar non impedisce che alcune zone specifiche siano vietate ai cani, così come non ci solleva dagli obblighi vigenti per quanto concerne la raccolta delle deiezioni e la gestione del cane per la sicurezza degli altri.

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