Canile lager: condanna dell’uomo che deteneva i cani in pessime condizioni
Un uomo di Chiaravalle aveva costruito un canile lager per ventiquattro cani: gli animali, allo stremo delle forze per la fame, erano arrivati a sbranarsi tra di loro: l’uomo è stato condannato a 5.000 euro di multa oltre a un riconoscimento di 500 euro in favore di Legambiente, che rappresentata dall’avvocato Tommaso Rossi si era costituita parte civile.
Canile lager, condanna dell’uomo: la vicenda
La vicenda risale al 2014 quando attraverso un blitz congiunto tra Guardie Zoofile di Legambiente e l’ufficiale della Polizia Municipale Marco Ivano Caglioti, è stata portata alla luce la situazione del canile di Chiaravalle.
Davanti agli investigatori un vero inferno: alcuni cani che potevano contare sul pagamento della retta come “asilo per cani” da parte dei padroni,non venivano maltrattati; ma per gli altri era un vero inferno.
Subito dopo il sequestro, i ventiquattro cani vennero trasferiti in due strutture idonee ad Ancona e a Jesi e per l’uomo scattò l’accusa di detenzione di animali in condizioni tali da causare gravi sofferenze.
La sentenza del procedimento penale si è avuta giovedì pomeriggio: il pm aveva chiesto inizialmente per l’imputato una pena pecuniaria di 10mila euro “Le condizioni erano drammatiche e i cani erano in evidente pericolo di vita. Quando sono entrate le guardie zoofile hanno visto con i loro occhi che gli animali avevano la leishmaniosi, malattie contagiose e si trovavano in condizione di promiscuità. Non si reggevano in piedi“.
L’imputato tramite il suo avvocato ha dato una versione completamente differente della situazione: secondo le testimonianze rese da alcuni vicini di casa, l’uomo era un amante dei cani le quali è si prendeva cura di loro “comprando regolarmente dei nuovi box e spostando la posizione delle cucce a seconda delle stagioni, in modo che gli animali non soffrissero eccessivamente il caldo, il freddo e le intemperie“.
“Inoltre il veterinario incaricato di visitare i cani ha inoltre stabilito che nel giorno del sequestro a tutti era stata praticata la cura anti zecche poco tempo prima. Mi sembra molto strano che chi maltratta gli animali pratica la cura contro le zecche con tale rigorosità- ha commentato la Candi- chi maltratta i cani arriverebbe mai a comperare delle cucce?“.
Le motivazioni della condanna saranno pubblicate entro 45 giorni, poi verrà valutata l’ipotesi di ricorrere in appello.