Il sindaco di Livorno propone l'esame del DNA per gli escrementi abbandonati, per combattere il problema delle deiezioni non raccolte.

18 Marzo 2016 di Redazione

Un esame del DNA per gli escrementi abbandonati: è questa l’idea lanciata dal sindaco di Livorno, Filippo Nogarin, che vuole combattere il problema delle deiezioni non raccolte. Sembra fantascienza, ma in realtà una soluzione analoga è già in fase di sperimentazione a Napoli dal 2014 e ha portato a una riduzione del 70 percento del problema. In pratica, i cani della città verrebbero “schedati”, tramite un piccolo prelievo di sangue, in modo che sia possibile analizzare gli escrementi abbandonati e capire a chi appartengono, per multare il proprietario. L’archivio dei campioni di sangue verrebbe affidato all’istituto zooprofilattico.

Ci sono però ancora dei nodi da sciogliere prima che questa proposta possa prendere forma. Il primo è di carattere puramente economico: bisogna capire se gli introiti provenienti dalle multe sarebbero sufficienti a ripagare il sistema di controllo e di analisi che dovrà essere messo in opera per l’esame del DNA degli escrementi. Il solo esame ha un costo di 20 euro, che sarebbe ampiamente ripagato dalle sanzioni, ma ci sono anche spese per la creazione e la gestione dell’archivio. Il secondo, invece, riguarda la diffidenza di alcuni proprietari rispetto al prelievo di sangue e alla creazione di un archivio con queste informazioni.

Il tema sarà sicuramente oggetto di un acceso dibattito nei prossimi mesi ma, se dovesse avere successo, potrebbe anche essere replicato in molte altre città. Nel frattempo, anche Spagna e Gran Bretagna si stanno organizzando per l’esame del Dna degli escrementi non raccolti.

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