Secondo i dati AIDAA, nel 2015 sarebbero stati restituiti ai negozi e allevamenti ben 2.590 cani in Italia.

26 Febbraio 2016 di Redazione

La battaglia per far sì che i cani non vengano più considerati oggetti è ancora lunga. Lo dimostra il fatto che, secondo i dati presentati dall’Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente (AIDAA), nel 2015 sarebbero stati restituiti ai negozi e allevamenti ben 2.590 cani in Italia, come se fossero elettrodomestici malfunzionanti.

I cani restituiti erano prevalentemente di piccola taglia, presumibilmente acquistati per soddisfare la richiesta di un bambino o per sfizio, senza ponderare attentamente la decisione. Altro dato importante è che 2.000 di questi animali erano stati acquistati tramite finanziamenti.

Lorenzo Croce, presidente di AIDAA, ha commentato così la notizia: “Si tratta di un aberrazione giuridica prima ancora che di buon senso. Noi da anni ci battiamo perché non si possano vendere cani o altri animali con l’accensione di finanziamenti o a rate. Si tratta di esseri senzienti che vanno tutelati, questa normativa va eliminata,- anche perché non abbiamo notizia del futuro riservato a questi cagnetti restituiti, molti dei quali arrivati in Italia clandestinamente dai paesi dell’est Europa e che probabilmente sono stati semplicemente eliminati”.

La buona notizia che cani e gatti non saranno più pignorabili in caso di debiti, arrivata a settembre del 2015, è dunque solo un primo passo verso il riconoscimento dei diritti degli animali, che non devono più essere considerati oggetti: c’è ancora molto da fare.

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