Dopo il tragico evento dello scorso agosto, sui media si è sentito spesso parlare dell’utilizzo dei cani per fiutare i dispersi. L’utilizzo di termini giornalistici, come la definizione di “cani molecolari”, è sicuramente d’effetto, ma spesso è risultata inappropriata: il cane definito molecolare è solamente quello che tecnicamente viene utilizzato per la ricerca di una specifica persona che non si riesce a trovare, sia in seguito a incidenti sia nei casi di rapimento o in altri eventi criminosi. Nella ricerca di persone travolte da valanghe oppure rimaste sepolte sotto le macerie di un edificio, vengono invece utilizzati cani che sfruttano il cono d’odore per rilevare la presenza di esseri umani in generale, quindi non addestrati per seguire una traccia, come invece fanno i cani per fiutare i dispersi.
Bloodhound e cani “molecolari”
Nella categoria generica dei cani per fiutare i dispersi ci sono quelli giornalisticamente definiti “cani molecolari”, che in realtà andrebbero chiamati cani da traccia o da pista. Il temine anglosassone Man Trailing, con cui vengono identificati questi cercatori, in effetti è più esplicativo in quanto unisce la parola Man (uomo) a Trailing (che deriva da trail = percorso, traccia o pista) ed è proprio questo il compito che devono svolgere: seguire la traccia lasciata sul terreno da un essere umano specifico. La razza di cani utilizzata in origine e ancora oggi molto attuale è il Bloodhound chien de saint ubert , un segugio di grandi dimensioni utilizzato oltre che per la caccia anche per ritrovare le persone, gli evasi dai penitenziari americani oppure in tempi più remoti dalle persone di colore che fuggivano dalle piantagioni di cotone negli Stati Uniti del sud. Le caratteristiche fisiche di questa razza, prima tra tutte la lunghezza della canna nasale, fa sì che i bloodhound siano in grado di individuare e seguire l’impronta odorosa specifica di un essere umano anche in mezzo a molte altre scie odorose. Da qui la definizione di cane molecolare, anche se in realtà qualsiasi animale, uomo compreso, è in grado di riconoscere le molecole che compongono un qualsiasi odore e quindi il termine è un po’ poco preciso.
L’addestramento nei cani per fiutare i dispersi è fondamentale e deve essere fatto dalla persona che vive con l’animale. Il rapporto che si instaura è strettissimo ed è alla base del successo di ogni ricerca. A differenza di quanto accade con i cani utilizzati per la ricerca dei dispersi dopo un disastro, i cani da Man Trailing devono essere tenuti al guinzaglio e strettamente seguiti e controllati dal proprietario, che ha il non facile compito di riconoscere i segnali trasmessi dal compagno a quattro zampe. Inoltre il conduttore/proprietario deve saper mantenere il proprio compagno sulla pista che sta seguendo, evitando che venga distratto da false piste o da stimoli presenti nell’ambiente. Naturalmente solo con un allenamento collaudato e approvato dall’International Bloodhound Training Insitute (www.inbti.com) è possibile ottenere il brevetto operativo per un cane da Man Trailing,ovvero per la ricerca delle persone disperse (MT3).
I cani per fiutare i dispersi tramite il cono d’odore
Sebbene il loro lavoro sia sempre quello di fiutare i dispersi, i cani da ricerca persone, come quelli che abbiamo avuto modo di veder spesso lavorare nelle aree colpite dal recente terremoto del Reatino, hanno caratteristiche e finalità diverse da quelli che si usano per il Man Trailing. Il fatto che sui media recentemente siano stati spesso definiti cani molecolari, anche se non accurato non è completamente scorretto. Anche i cani da ricerca infatti individuano nell’aria le molecole legate all’odore di un essere umano, ma lo fanno in modo meno selettivo rispetto a quello usato dagli esemplari addestrati al Man Trailing, proprio perché devono poter scovare anche sotto le macerie qualsiasi persona e non solo una specifica. Lavorano utilizzando il cosiddetto cono d’odore, cioè associano non un singolo odore ma un’insieme di essi collegati all’essere umano. I cani da ricerca si muovono in libertà, senza guinzaglio e seguendo i comandi impartiti dal proprio conduttore, segnalando infine la presenza di una persona con l’abbaio. A differenza di quanto avviene per il Man Trailing dove i segugi rappresentano la razza più utilizzata, nell’attività di ricerca di persone disperse vi sono più razze di cani che possono essere addestrate. Sono molto utilizzati i retriever, sia Labrador sia Golden, i cani da pastore tedesco, i pastori belga Malinois per l’agilità e leggerezza, anche se in teoria qualsiasi cane può essere addestrato a questo scopo, basta che sia di taglia non grande.
La ricerca di persone come attività ludico sportiva
Al di là degli utilizzi seri, svolti dalle forze dell’ordine, della protezione civile e da associazioni di volontari adeguatamente organizzate, la ricerca di persone viene fatta anche a livello sportivo oppure come semplice gioco tra il cane e i suoi compagni umani. A livello internazionale, l’IRO, International of Rescue dog Organization (www.iro-dogs.org) organizza competizioni di ricerca di persone sia mediante il cono d’odore sia con la tecnica del Man Trailing. In italia non c’è una sede dell’IRO, ma diverse associazioni a esso collegate, come il CNSAS (Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico) o il centro cinofilo dell’Arma dei Carabinieri di Firenze, che organizzano sia corsi di addestramento sia degli stage con docenti anche stranieri di elevata competenza professionale.