I collari costrittivi in sé non sono sempre da bandire. Alcuni risultano anche utili se dall'altra parte del guinzaglio c'è un padrone che si comporta correttamente.

25 Ottobre 2016 di Giorgio Fattori

Educare un cane richiede molta pazienza e l’uso di collari costruttivi non è mai indicato per supplire alla mancanza di quest’ultima. Possiamo dire che in questi casi la cura sia peggio della malattia, in quanto i collari costrittivi possono causare, se utilizzati male, danni sia fisici sia psicologici ai cani.

Mai, come nel caso dei collari costrittivi, risulta vero il vecchio proverbio che recita: “Dimmi che collare porta il tuo cane e ti dirò che padrone sei“. Scegliere un collare piuttosto che un altro la dice lunga sul rapporto che abbiamo con il nostro compagno peloso. Un collare costrittivo, come quelli a strozzo, strangolo, con punte interne o elettrico, costringe, con il dolore, il cane a fare ciò che vogliamo, riducendo al minimo il nostro impegno educativo. Molti tipi di collare sono oggi vietati per legge, ma questo non ne impedisce l’uso al di fuori delle manifestazioni canine o dove non ci siano controlli adeguati, e la questione dei collari costrittivi è ancora aperta, con personaggi esperti o meno che ne sostengono l’utilità.

A strozzo o a strangolo

collari costrittiviQuesto collare, al quale si attacca il guinzaglio, è solitamente una catena di metallo, ma può essere anche in corda, in tessuto o in nylon, che forma un cappio scorrevole attorno al collo del cane. È rapido da infilare, utile per vestire cani spaventati o non abituati al collare e rimane lasso attorno al collo fino a quando l’animale non tira. Adatto a cani ben educati, non lo è per quelli che tirano in quanto può provocare danni alla trachea e psicofisici. Vengono usati nelle manifestazioni canine in quanto esaltano l’incollatura e se ben gestiti dal conduttore non provocano danni.

Se usato in modo scorretto, invece “può causare danni ai vasi sanguigni dell’occhio, danni a trachea e d esofago, traumatismi alla colonna cervicale, svenimenti, paralisi temporanea delle zampe anteriori, paralisi del nervo laringeo, atassia degli arti posteriori”, come afferma la dottoressa Eleonora Menaschi, della Scuola Cinofile Viridea.

Semistrozzo o semistrangolo

collari costrittiviComposto da due parti, una che chiude, l’altra che si aggancia al guinzaglio, è una via di mezzo tra un collare fisso e uno strangolo. Se regolato correttamente non si può sfilare e non strozza il cane. Se il cane non tira e il proprietario lo gestisce bene in passeggiata, è una buona alternativa al collare fisso. Può essere utile per razze con una particolare conformazione del collo, magari che hanno abbondante pelle lassa o un’imponente giogaia, in quanto un collare fisso dovrebbe essere regolato largo (il collo è molto più largo della testa) e potrebbe sfilarsi facilmente.

 

Collari costrittivi con punte

collari costrittiviQuello con punte interne è realizzato in acciaio, è costituito da punte metalliche smussate (arrotondate) e non appuntite aderenti sulla zona superiore del collo. In Italia ne è vietato l’uso se manomesso ovvero se le punte sono limate.

Ne esiste una versione con punte esterne, prevalentemente utilizzato nel mondo della pastorizia. È realizzato in metallo pesante o in cuoio e ha delle punte acuminate e lunghe atte a difendere il collo del cane da un’eventuale attacco di predatori, come il lupo o cani inselvatichiti.

Collari costrittivi elettrici

collari costrittiviPur essendo materialmente reperibile e venduto come “risolutore per l’abbaio eccessivo del cane” è uno strumento che al contrario può provocare molti danni all’animale. Si tratta, infatti, di uno strumento azionato da un comando a distanza, incompatibile con la natura del cane, in quanto si basa sulla produzione di scosse o impulsi elettrici che si trasmettono all’animale. In genere gli addestratori e gli educatori sono contrari a questo tipo di collare ritenendo sbagliato cercare di insegnare qualcosa a un cane provocandogli fastidio, dolore e paura. Quanto detto sul collare elettrico vale per tutti i sistemi educativi in generale: con la forza, la costrizione e il dolore si ottiene l’ubbidienza forse, non l’amicizia. Quindi perché scegliere di vivere con un cane?

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