1 Marzo 2020 di Andrea Comini

Razze diverse hanno cervelli diversi!

Che la selezione dei cani finalizzata a ottenere doti particolarmente spiccate influenzasse il comportamento era cosa nota a molti, ma nessuno immaginava fino a che punto… Un Mastino Napoletano e un Pastore Tedesco, per esempio, reagiscono in modo assai differente di fronte al medesimo stimolo. Sono razze molto diverse da ogni punto di vista. Lo stesso vale per tanti altri cani: un Maltese e un Amstaff si comportano molto diversamente negli approcci ai loro simili, così come un Segugio Italiano reagisce in maniera assai più interessata di un Carlino se il suo olfatto avverte l’odore di una lepre, e così via. Le ragioni di queste diversità le abbiamo sempre attribuite in primo luogo al tipo di selezione che una razza ha vissuto, parlando di “memoria di razza”, selezione che nella stragrande maggioranza dei casi è stata finalizzata a scopi pratici: caccia, guardia, difesa, seguita, traino e via dicendo. Ebbene, tutto questo era corretto… molto più di quanto finora immaginato.

Parla la neuroscienziata di Harvard

«Mi sono sempre chiesta, come ogni amante dei cani, cosa passasse per la loro testa. E poi, ho deciso di provare a capirlo». In pratica, la professoressa Erin Hecht ha avuto accesso a 62 scansioni di risonanza magnetica appartenenti a cani di 33 razze diverse e… «Cavolo! (in realtà, l’espressione era un’altra – ndr) Possibile che nessuno abbia mai notato questa cosa?». La “cosa” in questione era la differente “organizzazione” cerebrale tra le diverse razze…

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