I nostri amici pelosi usano la loro coda per comunicare; per poter comprendere cosa hanno da dire è quindi necessario conoscere questo mondo!

19 Agosto 2020 di Livia Mossi
È lo strumento di comunicazione per eccellenza dei nostri amici pelosi: lunga, corta, pelosa o arrotolata è proprio lei, la coda!

Non sempre, per noi umani, è così semplice interpretarne i segnali. Basti pensare a tutte quelle volte in cui un cane che va in giro con la coda stesa in alto viene definito “dominante“: non è sempre vero! Infatti, in alcuni casi, questo comportamento non ha nulla a che fare con le presunte gerarchie, di cui noi umani troppo spesso ci definiamo esperti.

Dunque, per capire il linguaggio delle code e comunicare meglio con il nostro cucciolo, è necessario fare chiarezza, a partire dalle varie tipologie esistenti.

Quali sono i diversi tipi di coda?

Ne esistono tante e, purtroppo, ne esistono anche di tagliate, nonostante la legge vieti questa pratica a meno che non sia giustificata da ragioni di salute. Ecco i principali:

  • Pelose lunghe e medio-lunghe: sono le più diffuse in molte razze da pastore, bovari inclusi. Spesso se troppo pelose si presentano di difficile “leggibilità” rispetto alle code lunghe e “nude”. Dato il carattere estremamente vitale dei cani che le posseggono, sono molto mobili e garantiscono una buona visibilità anche da lontano. Queste code sono tipiche dei lupi, che, per esempio, una volta sentito un odore interessante, alzano la coda in alto e la muovono a scatti brevi, segnalando al branco di raggiungerli.
  • Corte e/o tozze, pelose o meno: sono le code dei cani più “silenziosi”; infatti, la loro lunghezza limitata non permette grande visibilità e mobilità, sopratutto perché le razze con questo tipo di coda (come i Terrier) hanno anche zampe molto corte.
  • Code lunghe e “nude”: sono molto comuni nei cani a pelo corto e raso e sono le più facilmente interpretabili. La misura notevole si deve al fatto che i cani con queste code sono atletici e impetuosi e necessitano di un “timone“, per equilibrare il movimento in curva durante le loro corse.
  • Code arrotolate o portate sulla schiena: queste code sono tipiche di Spitz, Samoyedo, Akita o Basenji. Sono poco flessibili e generalmente anche poco mobili; inoltre, la loro posizione sempre alzata spesso genera equivoci sulla “dominanza” che sembra esprimere.

Foto a cura di MemoryCatcher

  • Code minuscoli o assenti: i possessori di code simili sono i più criptici; per noi, infatti, è quasi impossibile decifrare i nostri cuccioli guardando la coda. Tra le razze con code minimaliste troviamo i Bouledogue Francesi e i Boston Terrier. Tra i cani anuri (ossia nati senza coda) invece troviamo gli Australian Shepherd e gli Schipperke. Vi abbiamo parlato dei cani senza coda in questo articolo.
  • Code mozzate: come già anticipato, questa barbara pratica è ancora in uso, sopratutto in ambienti di caccia. Spesso il taglio viene giustificato con presunte ragioni di possibile frattura causa urti contro ostacoli. Se così fosse, però, non avremmo pelosi con code sane né in ambito sportivo, né in quello casalingo, dove i nostri amici a coda lunga scodinzolano sbattendo forte contro i mobili. Purtroppo, però, anche se la pratica è vietata dalla legge è anche possibile trovare delle scappatoie. Infatti, è possibile mutilare un cane previa dimostrazione che venga effettivamente utilizzato per la caccia: una vera ingiustizia per i nostri amici a quattro zampe.

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