Entro 30 anni l’orso bruno marsicano potrebbe scomparire dal pianeta Terra. A lanciare l’allarme è il WWF che ha scelto proprio questo plantigrado per dare il via alla campagna “ReNature 2022”, così da rigenerare il nostro capitale naturale.
L’orso bruno marsicano (Ursus arctos marsicanus) è l’urside più raro d’Europa. Il mammifero, che rappresenta una sottospecie dell’orso bruno comune, è endemico dell’Italia centrale. Ed è proprio qui, tra i confini del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e del Parco Nazionale della Maiella, che se ne contano meno di 60 esemplari. Un numero troppo basso che classifica l’Ursus arctos marsicanus come un animale a forte rischio di estinzione. Ed ecco perché il WWF sta lavorando giorno e notte per raddoppiarne la popolazione entro il 2050. In questa corsa contro il tempo, la storica associazione ambientalista italiana chiede però una sinergia tra istituzioni, cittadini e animalisti: dal Ministero della Transizione Ecologica, ai Presidenti delle Regioni Abruzzo, Lazio e Molise, dai sindaci dei territori, ai cittadini. Il WWF ha avviato oltretutto una Campagna di raccolta fondi per finanziare i progetti utili alla conservazione del plantigrado.
Tutti uniti per il “nostro” orso
Sono almeno quattro gli interventi necessari per salvaguardare l’orso bruno marsicano entro i prossimi 30 anni. Oltre al ripristino dei sottopassi stradali abbandonati, il WWF chiede la distribuzione di nuove recinzioni a tutela degli allevamenti e l’installazione di dissuasori acustici e ottici, così da allontanare i plantigradi dalle strade. Già, perché i popolari mammiferi riescono ad arrivare in borghi, città e paesi, come Juan Carrito, che a Roccaraso aveva fatto irruzione in una pasticceria. L’associazione ambientalista italiana ribadisce, infine, la necessità di favorire la convivenza tra orsi e uomini, così da tutelare i giganti buoni degli Appennini.
Come ha dichiarato Isabella Pratesi, Direttore Conservazione del WWF Italia:
«Tra poche settimane gli orsi usciranno dal loro letargo che, per la sottospecie marsicana, è piuttosto un riposo prolungato inframezzato da brevi escursioni per cercare cibo, ma i rischi per questi animali sono dietro l’angolo. Strade, nuclei abitativi e allevamenti spezzano la naturalità del loro habitat e rappresentano pericoli costanti. Il rischio di incidenti lungo le strade è tra le principali cause di mortalità: negli ultimi anni, sei esemplari hanno perso la vita per l’impatto con autoveicoli; l’ultimo nel 2021, un orsetto maschio investito in Abruzzo lungo l’autostrada A25. Anche un solo esemplare morto per una popolazione che a malapena supera i 50 animali rappresenta una perdita enorme. La speranza è nei cuccioli: i dati più recenti riguardanti la natalità si riferiscono al 2018, con 11 piccoli, e al 2019, con 16 nuovi nati. Nel 2020 e 2021, la pandemia ha bloccato i censimenti, ma si spera di poterli riprendere presto. Ogni nuovo cucciolo è una speranza per la sopravvivenza dell’orso bruno marsicano».
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