Cosa fare quando un cane non risponde al richiamo una volta liberato, o quando trova il cancello socchiuso e tenta di scappare? Alcuni preziosi consigli.

20 Settembre 2018 di Redazione

Quando il cane scappa e non torna

Non sono rari i cani che non rispondono al richiamo, sia quando vengono liberati sia quando approfittano di una porta o di un cancello rimasti aperti per errore. Le ragioni di questo comportamento sono piuttosto comuni, in genere. Dopo aver compreso il “perché” di questa scelta da parte del cane, proveremo a individuare un paio di soluzioni di solito efficaci. Avere il controllo del nostro amico anche quando è libero, infatti, è della massima importanza: per la sua sicurezza e anche per quella altrui.

Il vostro cane scappa? Inutile rincorrerlo

La scena è un “classico”: cane che vaga felice in mezzo al prato e proprietario che si sgola chiamandolo inutilmente. Il seguito, in genere, vede il bipede arrancare cercando di afferrare il quadrupede che, ovviamente, ha buon gioco nel seminarlo, data la sua velocità nettamente superiore. A casa, spesso, lo stesso cane si comporta in modo del tutto positivo, senza “disubbidire”. In altri casi, invece, dimostra la sua indipendenza anche nell’ambiente domestico. Due situazioni opposte, quindi, che però hanno il medesimo risvolto per quanto riguarda ignorare il richiamo. Come mai? Nel caso del cane di solito “ubbidiente”, in genere la causa del problema siamo noi.

Sgolarsi non serve! Quando vuole, il vostro cane, vi sente benissimo!

Spesso, infatti, questo tipo di comportamento nasce da un errore molto comune del proprietario: richiamare il cane che sta giocando o esplorando il territorio e, quando arriva, metterlo al guinzaglio e andare a casa. Se, come avviene sovente, il tempo dedicato alle uscite e ai momenti di liberà del nostro amico è scarso rispetto alle sue necessità reali, il cane ci metterà davvero poco a collegare il nostro richiamo con la fine della rapida parentesi di sfogo e, proprio perché troppo breve, cercherà di prolungarla, evitando di tornare.

Evidentemente,ha bisogno di più tempo per scaricare le tante energie accumulate nelle lunghe ore di ozio a casa. In questo caso basta allungare i tempi delle sue pause di libertà e non legare il cane al primo rientro ma premiarlo per essere tornato e lasciarlo andare di nuovo, più volte. In questo modo il cane non collegherà il rientro da noi con il termine dei suoi momenti più belli.

In altri casi, invece, il problema nasce da un eccesso di sicurezza da parte del cane, soprattutto se atletico e veloce, che impara in fretta come, per i suoi potenti garretti, mezzo chilometro di distanza da noi sia in realtà un divario colmabile in pochi istanti. Per soggetti di questo tipo, molto fiduciosi nelle proprie risorse psicofisiche, il nostro preoccupato richiamo serve a poco. Diversi cani, soprattutto galoppatori e trottatori, liberati in spazi aperti si abituano infatti a precederci anche di molto e a controllare la nostra posizione ogni tanto con una rapida occhiata, sicuri di poterci raggiungere in un attimo… quando avranno deciso di farlo.

Come risolvere la situazione: la tecnica di “scomparire”

Del cane che ha solo bisogno di sfogarsi di più abbiamo già detto. Per il soggetto “indipendente”, invece, possiamo provare a “scomparire”. Se non viviamo in campagna, caricheremo il cane in auto e ce ne andremo alla ricerca di aree poco frequentate fuori città, il più possibile lontano da da strade trafficate, prima di liberare il nostro amico e scegliendo zone che offrano nascondigli comodi: fossi (asciutti, ovviamente), cespugli, macchie di alberi eccetera. A questo punto, mantenendoci in prossimità di un nascondiglio, lasceremo libero il cane e ci comporteremo come di consueto. Il nostro amico inizierà a esplorare il nuovo territorio trotterellando e annusando fino a raggiungere una certa distanza da noi. Lasceremo che effettui un paio di rassicuranti “controlli” sulla nostra posizione e poi, non appena si sarà nuovamente distratto, ci lasceremo scivolare nel fosso oppure dietro un nascondiglio, cercando di mantenere comunque sott’occhio il vostro amico.
Nella maggior parte dei casi, assisteremo a un drastico cambiamento di atteggiamento. Al successivo controllo da parte del cane, infatti, noi risulteremo improvvisamente “scomparsi” e la sua sicurezza comincerà a vacillare: sulle prime, cercherà di individuarci scrutando attentamente, poi tornerà rapidamente sui suoi passi con un’espressione decisamente stupita, che si muterà in preoccupata allorché capirà di averci letteralmente “persi per strada”. La fase successiva, di solito, consisterà nell’avvio di una ricerca olfattiva (strumento molto più efficace della vista nell’universo canino) che, molto probabilmente, avrà successo.

Individuata la nostra traccia, il cane avrà buon gioco nel ritrovarci rapidamente, il che attenuerà lo stress e lo aiuterà a superare positivamente lo shock della vostra scomparsa… ma non al punto tale da fargli dimenticare che allontanarsi troppo può avere conseguenze inattese e sgradite.

 

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