I cani capiscono le lingue? Per scoprire la risposta, il Dipartimento di Neuroetologia della comunicazione della Eötvös Loránd University, a Budapest, ha organizzato un esperimento basato sull’uso delle immagini del cervello ricavate tramite apparecchiature per la risonanza magnetica funzionale.
I risultati hanno rivelato nei cani un’abilità che sembra non appartenere ad altri animali. Scopriamo di più!
Lo studio dell’Università di Budapest
Per eseguire lo studio, i ricercatori hanno selezionato 18 cani. Sei Border Collie, cinque Golden Retriever, due Australian Shepherd, un Cocker, tre meticci e un Labradoodle, tutti addestrati a sostenere l’esame medico. Sedici di questi cani sono nati e vissuti sempre in Ungheria mentre gli altri due sono cresciuti in ambienti di lingua spagnola. Per verificare se i cani distinguessero o meno i suoni nella lingua cui erano abituati rispetto a quelli emessi con una lingua straniera, i ricercatori hanno utilizzato un metodo basato sulla lettura di un testo in due lingue diverse.
Per farlo, sono stati selezionati due lettori del tutto ignoti ai cani, così che non potessero essere influenzati dal suono di una voce conosciuta, e di madrelingua rispettivamente inglese e ungherese. Entrambi hanno letto ai 18 cani, durante la risonanza magnetica, frasi tratte dal capitolo 21 del romanzo Il piccolo principe di Saint Exupéry nella versione ungherese e spagnola. Le frasi sono state selezionate in modo da escludere parole utilizzate nella solita comunicazione con i cani e nel loro addestramento.
Molto interessante notare che la capacità di riconoscimento della lingua è apparsa più sviluppata nei soggetti più anziani rispetto a quelli più giovani. Questo ha consentito di capire che il tempo di esposizione ai suoni di una determinata lingua influisce sulla capacità del cane di riconoscerla e distinguerla da un’altra ignota.
I cani capiscono le lingue? Il risultato dello studio
Ma quali sono i risultati della ricerca condotta? Ebbene, tutti e 18 i cani hanno evidenziato, attraverso l’attivazione delle aree cerebrali coinvolte (la corteccia uditiva secondaria e la circonvoluzione precentrale), di riconoscere benissimo i suoni della lingua nota e di distinguerli perfettamente da quelli della lingua sconosciuta, pur trattandosi di parole del tutto ignote o quasi ai soggetti esaminati. Una capacità che nessun altro animale ha dimostrato di avere.
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