I cani parlano con gli occhi: esprimono felicità, rabbia, fame e desiderio di essere coccolati . Ecco una piccola guida al linguaggio dello sguardo canino.

3 Marzo 2020 di Andrea Comini

Sguardi che non mentono

Si dice che gli occhi siano lo specchio dell’anima (citazione del grande poeta latino Marco Tulio Cicerone nel De Oratore) e, forse, è così. Di sicuro è vero per i cani: i loro occhi non mentono mai… Lo sguardo in realtà è un gesto, un segnale, anche se non viene inviato con un arto ma con gli occhi. E i cani inviano molti messaggi con lo sguardo, a rafforzare ciò che già stanno dicendo con il corpo e tutto il resto. Allora, guardiamoli anche negli occhi per capire cosa vogliono dirci! Ecco una piccola guida al linguaggio dello sguardo canino.

Sono felice!

Un cane felice, entusiasta o anche solo eccitato per un gioco o la prospettiva di una bella passeggiata, lo dice senza alcuna censura. Con gli occhi. Le emozioni che prova li accendono di una luce forte, brillano infatti. E si fanno più grandi, come a voler trasmettere la stessa emozione a noi e renderci partecipi, condividerla. A questo sguardo tanto eloquente si associa sempre l’equivalente del sorriso canino: bocca aperta fino a mostrare quasi i molari, zigomi che risalgono e lingua che sporge. Impossibile non capire cosa prova il nostro amico!

Ho tanta fame…

Quando il nostro amico, pur con lo stomaco pieno, si accorge che ci sediamo a tavola per mangiare, immancabilmente estrae dal suo repertorio di sguardi quello del randagio in procinto di svenire per mancanza di cibo. Sono occhi languidi e pieni di desiderio che riescono a sciogliere anche i più arcigni tra noi.. e il cane riceverà qualcosa da tavola. Niente di strano, si esercitano in questa parte da trentamila anni circa!

Coccolami, ti prego

Nessuno al mondo, neppure un bambino, è capace di lanciare uno sguardo come questo se non un cane: sono gli occhi che chiedono, spesso supplicano, la nostra attenzione e toccano direttamente le nostre corde più intime, quelle della cura e del conforto che ci appartengono in quanto esseri umani e mammiferi ma che il cane, pur appartenendo a un’altra specie, ha imparato ad attivare per sé semplicemente guardandoci. E… siamo onesti: come si fa a resistere?

Sono arrabbiato

Anche se non ringhia né mostra in altro modo la sua contrarietà, il cane non riesce a celarla del tutto: se lo guardiamo negli occhi ci accorgeremo che si sono ristretti, perché i muscoli delle mascelle si sono serrati e gli zigomi, in risposta, si sono alzati restringendo la parte degli occhi vicina al naso. Come accade anche a noi. Non si sbaglia: è arrabbiato!

Guardami uomo

Per i cani la vista non è il senso più importante, lo sappiamo, ciò nonostante il loro sguardo ha una grande valenza comunicativa, soprattutto nei nostri confronti. La ragione è semplice e stupefacente insieme: i cani sono gli unici animali capaci di cogliere il nostro sguardo, anche a grande distanza, e di seguirne la direzione, uniformandosi a noi se necessario. Neppure gli scimpanzé, i nostri più stretti parenti nel mondo animale, sono capaci di fare altrettanto. Le origini di tutto questo ci riportano alla domesticazione del lupo e all’avvio della nostra collaborazione con questa specie, decine di migliaia di anni fa. Dunque, i cani sanno, a livello genetico ormai, che guardarci negli occhi è un modo molto efficace di comunicare con noi perché non solo per noi la vista è il senso più importante, ma anche quello che consente a un’informazione di raggiungerci immediatamente. E così, ci parlano anche con gli occhi: messaggi dal profondo della loro anima.

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