Conosciamo meglio il gatto siamese o gatto thai: da dove viene, la sua storia e le caratteristiche principali.

13 Giugno 2024 di Letizia

Vi sblocchiamo un ricordo. Nel 1958 il regista Richard Quine diresse un film destinato a lasciare negli annali un’immagine icona: gli occhi blu di una donna bellissima che ti guarda mentre tra le braccia tiene qualcuno con occhi blu ancora più intensi, il suo gatto. Metafora splendida della dicotomia della seduttività degli occhi di una donna, paragonabili solo a quelli di un gatto.

Per chi non avesse visto il film, stiamo parlando della strega Gil (una magnetica Kim Novac) e del suo Siamese tradizionale Cagliostro. Il film in questione è una gradevolissima commedia che si intitola Una strega in paradiso. Cagliostro, quel gatto stupendo con gli occhi di ghiaccio e il suo mantello color point, era un magnifico esemplare di gatto Thai. 

La storia del gatto Thai-Siamese

Parlare di questa razza non è semplice, perché le vicende storiche che la accompagnano sembrano un’epopea uscita dalla penna di uno scrittore. Il Thai come lo conosciamo oggi non esisterebbe quasi più, se non fosse per l’iniziativa personale di alcuni allevatori che hanno lottato per preservarne le caratteristiche estetiche che ce lo fanno amare così tanto. 

È grazie a uomini lungimiranti e a tanti appassionati della razza, se ancora oggi Cagliostro, con i suoi occhi azzurri e il suo fisico armonioso e aggraziato, conquista così tante persone in tutto il mondo e non è semplicemente relegato ai libri di storia.

Nel gergo comune si tende a chiamare “siamese” un qualunque soriano color point e questo perché con questo termine, a livello popolare, si è sempre indicato un certo tipo di colorazione del mantello, ossia beige, ma con zampe, coda e muso colorati, solitamente neri. 

In pochi sanno che a partire dal 1949 in Europa è stata avviata la selezione artificiale di una razza di gatti dalla colorazione color point che è stata ribattezzata proprio “Siamese”. Da qui la confusione che ancora oggi esiste. In realtà quelli che definiamo siamesi moderni sono allungati e filiformi con forme della testa quasi triangolari, i Thai sono più robusti e rotondi, e richiamano in modo più fedele l’immagine popolare del gatto “dalle punte colorate”.

Il Thai è la riproposizione nostalgica di quello che potremmo definire il “Siamese di una volta”. Questa razza, infatti, nasce per contrapposizione allo standard del Siamese che, nel tempo, si è andato estremizzando, facendo perdere al gatto le linee morbide e rassicuranti, che tanto piacciono ad una certa fetta di estimatori. Così, negli anni ’90 alcuni allevatori russi hanno iniziato a lavorare al recupero della vecchia morfologia del Siamese, chiamando il nuovo progetto genetico “Thai”, in onore alle antiche origini del Siamese.

La selezione di gatti più snelli con una testa triangolare, purtroppo, è dipesa dalla moda. È stata l’estetica umana a decidere e non la natura, dato che gli allevatori spinsero a selezionare soggetti molto più longilinei ed eleganti, con corpo più snello, orecchie e muso allungato, fino ad arrivare ai Siamesi estremi di oggi (Siamese moderno), tanto che il Siamese “tradizionale”, o Thai, iniziò a scomparire.

Da qui una guerra tacita di gattofili, per avere il riconoscimento di razza, che a nostro parere entrambi meritano. Non è assolutamente etico che quello che oggi è chiamato Thai tradizionale, ad un certo punto, sia stato condannato a scomparire solo per decisione umana.

Il fascino indiscusso del gatto Thai-Siamese

Cagliostro è un micio curioso capace di incantare chiunque, con i suoi occhi blu e la sua intelligenza tutta da scoprire. Anche se il gatto Thai e il gatto Siamese hanno molto in comune, a livello visivo è facile distinguerli. Rispetto al “più moderno” cugino, il Thai è più forte, ha una linea più arrotondata e nel complesso appare più armonioso.

Questa razza orientale presenta una corporatura atletica ma non eccessivamente asciutta come quella del gatto Siamese. Le buone proporzioni e il collo muscoloso conferiscono al Thai un aspetto e una struttura fisica robusta. La forma della testa del gatto Thai è molto caratteristica: la fronte lunga e piatta si fonde con un cranio rotondo e con un muso ben proporzionato. Mento e naso sono allineati tra loro verticalmente.

Le orecchie sono ben distanziate e alte. Proprio le orecchie e la forma della testa sono i due elementi che ci aiutano a distinguere i Thai dai Siamesi. Ciò che entrambe le razze hanno in comune, invece, sono i loro occhi a mandorla, che brillano di un blu intenso, color del cielo. Il mantello di questo gatto a pelo corto rivela la sua provenienza dai climi tropicali del sud-est asiatico: con pochissimo sottopelo, il Thai è morbido come la seta e ha un manto particolarmente lucente ma raso.

Una cosa che non tutti sanno è che il gatto Thai è parzialmente albino, infatti il colore del mantello così tipico è ciò che rende più evidente la stretta parentela tra il gatto Thai e quello Siamese: come il gatto Birmano, il Ragdoll e il Neva Masquerade, infatti, queste razze fanno parte del gruppo dei gatti comunemente chiamati “colourpoint” (o color point o colorpoint). In questi gatti, le estremità del corpo (maschera, orecchie, zampe e coda), dette anche “punte”, sono di colore più scuro rispetto al resto del corpo, proprio per il loro parziale albinismo.

Questo dipende da un enzima, la tirosinasi, che trasforma la tirosina in melanina, in questi gatti funziona solo in misura limitata, facendo sì che la melanina venga in minor quantità. In pratica, quindi, è come se la pelliccia di questi mici stesse letteralmente perdendo colore.

Gatto siamese – Amicidicasa.it

Lamabile gatto Thai: indole e carattere

Il gatto Thai non è unico solo a livello estetico. È un gatto amichevole, estroverso, che ama le persone. Il suo carattere socievole è probabilmente dovuto al numero di cucciolate superiore alla media. Questo lo rende sin da piccolo, abituato a tanta compagnia.

Il Thai-Siamese tradizionale è considerato vivace, intelligente ed estremamente curioso. Invece di starsene per ore sul divano a farsi coccolare preferisce giocare. Tutti i Thai sono accomunati dal non voler stare soli e dal seguire i loro umani ad ogni passo. Leggende che si perdono nel tempo, affermavano che questi gattoni avessero uno spirito affine al cane, per il bisogno fisico che hanno di stare con gli uomini.

Questo splendido felino miagola spesso. Infatti è famoso per essere estremamente loquace e per attirare l’attenzione su di sé ad alta voce. Sono veramente dei chiacchieroni instancabili.

Prendersi cura del gatto Thai

Cagliostro è uno dei gatti più facile da gestire ma ha veramente un forte bisogno di socializzare e giocare; infatti un buon allevatore ci dirà di adottarne una coppia, se volete che siano perfettamente appagati dalla vita. Per questo, i compagni ideali dei Thai sono gatti molto tranquilli o meglio ancora i fratelli di cucciolata.

Se pensiamo di avere dei Thai come gatti di casa, bisogna permettere loro di uscire in un giardino messo in sicurezza o su un balcone dotato di rete per gatti. Sono troppo intelligenti per sprecare la vita in casa e non sono come gli altri, non accetteranno mai quattro mura come unica dimora.

Una piccola tip per i profani: il gatto Thai è quasi senza sottopelo, quindi è necessario un posto accogliente e caldo per farlo dormire. Una periodica spazzolatura è sufficiente per rimuovere i peli morti e mantenere il suo pelo bello e lucente, non necessita di cure eccessive.

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