Gli specialisti di Polivet ci spiegano come capire se il nostro amico di casa sta soffrendo, perché spesso non ce ne accorgiamo se non dopo diverso tempo. Leggendo questo articolo, invece, potremo essere più veloci a capirlo e ridurre il tempo della loro sofferenza andando prima dal veterinario per curarli.
Cos’è il dolore?
È definito in medicina come un’esperienza sensoriale ed emozionale spiacevole, associata a un danno reale o potenziale dei tessuti. Quindi il dolore non è solo una reazione chimico-fisica o un sintomo o una stimolazione elettrica, è un’esperienza che il nostro animale può vivere nel corso di un evento scatenante acuto oppure durante una malattia o processo morboso che reca danno. È riconosciuto nel mondo scientifico un coinvolgimento della sfera emotiva e comportamentale, che influisce sulla vita dei pazienti e sul loro modo di relazionarsi e sul decorso della malattia.
Due tipi di dolore
Distinguiamo nei nostri animali due tipologie diverse di dolore:
- acuto, che può essere dovuto a un trauma, a una patologia, a un intervento chirurgico;
- cronico, cioè costante nel tempo (che può avere picchi di intensità variabile, ma è comunque sempre presente): è la tipologia più diffusa nell’animale anziano, che magari soffre di una patologia osteoarticolare o di una malattia degenerativa. Anche il dolore oncologico è spesso cronico.
Quando appare e come accorgersene
Il dolore è presente in diverse condizioni chirurgiche e traumatiche, perché parte integrante di una risposta infiammatoria di un animale, con analoghe sensazioni che potrebbero essere percepite nell’uomo. Un sintomo molto spesso sottovalutato negli animali, che non possono parlare per esprimere il proprio disagio e non sanno comunicare il problema finché non diventa evidente agli occhi dei loro compagni umani.
Quindi, monitoriamo sempre il comportamento dei nostri amici di casa: cambiamenti improvvisi nel carattere e nelle abitudini spesso sono manifestazioni di disagio. Un animale improvvisamente aggressivo, o che non cerca più il contatto o addirittura lo sfugge, la perdita di appetito, l’apatia, sono segnali sempre validi che indicano che qualcosa non va. Ogni specie ha però dei comportamenti peculiari che devono farci scattare un campanello d’allarme. Vediamo quelli tipici del cane e del gatto.
Il dolore nel cane
Il cane che prova dolore è irrequieto, cambia posizione di continuo, pare concentrato su se stesso senza mostrare curiosità verso quello che gli accade intorno. Spesso tiene le orecchie basse, distoglie lo sguardo e sfugge alle interazioni. Se lo tocchiamo si allontana o si ritrae, arriva a guaire o a minacciare di mordere se viene toccato nei punti all’origine del dolore.
Se il dolore è a carico dell’apparato osteoarticolare, possiamo notare che zoppica o cammina in modo rigido (specialmente nei cani anziani con una patologia cronica o degenerativa). Da tenere d’occhio anche la perdita d’appetito e il cambiamento delle abitudini igieniche: un cane che improvvisamente sporca in casa ha sicuramente un disagio. Anche il leccare insistentemente una zona è un segnale d’allarme.
Il dolore nel gatto
I gatti sono animali che ancora più del cane tendono a mascherare i momenti di dolore e malattia: è una strategia di sopravvivenza tipica del predatore. Cambi di comportamento repentini sono sicuramente indicatori di qualche problema, come anche il nascondersi per molto tempo in luoghi appartati (se prima non era già un’abitudine). Un gatto che prova dolore sfugge il contatto, reagisce male se toccato, potrebbe passare molto tempo nella stessa posizione e smettere di usare correttamente la lettiera. Notiamo anche che spesso smette di tenersi pulito, o, al contrario, lecca in mondo ossessivo l’area interessata dal dolore.
Quindi, se notiamo segnali di questo genere… andiamo subito dal veterinario!