Gran parte dei gatti domestici che vivono con noi in casa, solitamente vengono sottoposti alla sterilizzazione quando sono ancora abbastanza giovani. Ecco come alimentarli in modo corretto.
La sterilizzazione, intesa in generale come l’insieme delle operazioni che portano i mici e le micie all’impossibilità di avere cuccioli, ci costringe a rivedere la dieta del nostro animale. Sicuramente il gatto avrà un rallentamento del 20% del metabolismo ma in compenso aumenterà del 30% la sua voglia di cibo. Ecco, allora, che dovremo scegliere prodotti adatti al suo stato e che abbiano un minor apporto calorico. Il gatto non deve mangiare meno ma “giusto”: bene quindi una dieta ricca di fibre e povera di grassi. Meglio poi preferire cibi umidi che, ricchi di acqua, saziano meglio.
5 consigli per una dieta migliore
1. Oltre alla qualità dell’alimento è importante ricordarsi che il micio è un predatore e quindi va alimentato con tanti piccoli pasti dispensati nelle diverse ore del giorno.
2. I pasti devono essere tra sette e nove e alcuni deve poterli mangiare nel corso della notte: utile in questo caso un dispenser temporizzato. Tra l’altro ne esistono alcuni modelli che elettronicamente si aprono solo in presenza di un micio specifico che riconoscono grazie al microchip dell’animale al quale è destinato.
3. Nel caso preferisse i bocconcini al secco, tra l’altro particolarmente calorici, meglio scaldare leggermente le sue porzioni. Il gatto “mangia e gusta” anche con il naso.
4. L’acqua è di grande importanza nella dieta dei nostri mici. L’animale deve sempre averne a disposizione fresca e pulita.
5. Ricordate di leggere sempre con attenzione le etichette del prodotto e seguite con altrettanta attenzione i consigli di dispensazione del produttore.
Sterilizzazione e castrazione: le differenze
Su queste due procedure esistono molti pregiudizi e anche molta confusione tant’è che ormai il termine castrazione è quasi passato in secondo piano e nel parlare comune tutti usiamo il termine, forse meno crudo, di sterilizzazione a prescindere dal tipo di operazione che si intende mettere in atto. Da un punto di vista del risultato finale, va detto, che le differenze sono minime: in entrambi i casi i nostri mici, maschi e femmine, saranno impossibilitati ad avere cuccioli. Diverse invece le modalità dell’operazione e gli aspetti ormonali.
Nel caso della castrazione, il veterinario procede alla rimozione dei testicoli nei maschi e delle ovaie nelle femmine e, in alcuni casi, anche dell’utero. L’operazione nel caso della femmina è più complessa che in quello del maschio.
La castrazione porta alla rimozione delle ghiandole che producono gli ormoni sessuali e questo ha delle conseguenze sia fisiche che caratteriali e che potremmo così riassumere: con l’eliminazione di testicoli e ovaie i mici perdono del tutto gli stimoli a riprodursi e quindi perdono anche tutte le abitudini connesse come, per esempio nel caso dei maschi, l’abitudine a fare “la pipì in giro” mentre nelle femmine spariranno quei miagolii strazianti che caratterizzano il loro calore.
Nelle femmine, poi, sparirà anche lo stress causato dalla mancanza dell’accoppiamento e diminuiranno i casi di possibili malattie legate all’apparato genitale e all’utero (se viene ovviamente tolto).
Nei maschi si avranno, secondo alcuni, cambiamenti caratteriali legati principalmente alla mancanza degli stimoli all’accoppiamento: gli animali saranno, in pratica, più equilibrati, fiduciosi e meno stressati. Il loro territorio, specie se vivono liberi, sarà meno esteso e di conseguenza diminuiranno le liti e le lotte con gli altri mici. I maschi, avendo perduto gli stimoli alla riproduzione, tenderanno anche ad allontanarsi meno da casa e quindi avranno meno probabilità di contrarre malattie come FIV o FeLV.
Nel caso della sterilizzazione, il veterinario, nei gatti, lega il dotto spermatico, mentre, nelle gatte, lega le tube di Falloppio. In questo modo si impedisce la riproduzione in quanto si rende impossibile la fecondazione. Anche in questo caso i mici operati non possono più avere cuccioli, ma tutto il resto rimane invariato: la produzione ormonale è ancora attiva così come lo è la spinta riproduttiva.
Riepilogando, potremmo quindi dire che, pur eliminando, i possibili problemi legati a una gravidanza indesiderata, non ci dovrebbero essere cambiamenti vistosi: nessuna gravidanza a sorpresa, nessun aumento di peso e nessun cambiamento legato alla ricerca di un compagno o una compagna per accoppiarsi.