Scopri tutte le curiosità sul Serengeti, la rarità felina dall'aspetto del Serval selvatico ma con il carattere di un gatto domestico.

12 Luglio 2023 di Redazione

Il Serengeti è un magnifico gatto, razza ancora considerata molto rara, che riunisce in sé il fascino esotico dei felini selvatici maculati e l’eleganza dei gatti orientali. Una caratteristica unica garantita da una selezione recente, partita dall’incrocio tra Bengala e Oriental Shorthair. Ecco tutte le curiosità sulla razza.

serengeti

Serengeti: origine della razza

La selezione del Serengeti è stata avviata nel 1994 da Karen Sausman, allevatrice americanache voleva dar vita a un gatto che somigliasse al Serval selvatico, ma che avesse al tempo stesso un carattere domestico. Il nome della razza è mutuato da quello che le popolazioni africane usano per chiamare proprio il Serval.

Registrata dall’International Cat Association, al momento questa razza è presente in pochissimi allevamenti presenti soprattutto in Stati Uniti, Russia, Regno Unito e Australia. In Italia è quasi assente perché la sua detenzione è ancora soggetta a norme giuridiche specifiche, dal momento che nelle linee di sangue del felino ci sono anche animali selvatici presenti nella linea di selezione del Bengal.

Il fascino del gatto Serengeti

Come per tutti i gatti maculati, anche per il Serengeti il mantello costituisce la caratteristica più apprezzata. Deve essere maculato, con macchie ben distinte dal fondo, un po’ più allungate di quelle del Bengal.

Nel Regno Unito il tabby è conosciuto come marrone maculato, ma le macchie possono essere nere o marrone scuro su uno sfondo oro, marrone chiaro o beige chiaro. L’argento ha macchie nere su sfondo argento. Negli esemplari neri possono essere presenti delle macchie “fantasma” visibili solo controluce.

Le macchie, egualmente distribuite sul corpo, con linee ben definite sul muso, in particolare intorno agli occhi grandi, accompagnano l’eleganza del corpo snello ma al tempo stesso caratterizzato da un aspetto muscoloso e scattante suggerito da una schiena particolarmente dritta.

Serengeti: peso

Il peso ideale, notevole per un gatto domestico, può raggiungere i 12 kg per la femmina e i 15 kg per il maschio. Un’altra caratteristica peculiare della razza è la completa assenza di sottopelo che porta alla totale mancanza di “criniera”, con una forte accentuazione del lungo collo flessuoso, e “mutandine” sulle zampe posteriori.

gatto Serengeti

Serengeti: carattere

Caratterialmente, il Serengeti si presenta come un normale gatto domestico, senza particolari tratti distintivi. Di certo chi volesse possederne uno, oltre che a prepararsi a spendere una considerevole cifra per un cucciolo (oltre 2.000 euro), deve entrate nell’ottica di avere per casa un enorme micione che ha nelle vene ancora qualche goccia di sangue selvatico che lo porta a essere iperattivo e molto curioso, come ogni buon cacciatore.

La vita con un Serengeti è fatta quindi di due momenti sostanziali: il riposo e il gioco, ossia la caccia. Giocare con uno di questi micioni è infatti un’impresa stimolante ma anche impegnativa, poiché spesso perdono un po’ il senso della “misura” diventando un po’ “maneschi’.

Trattandosi di un ottimo cacciatore, dotato di un’agilità davvero fuori dal comune, non ci sarà parte della casa che gli possa essere preclusa: riuscirà sempre a trovare il modo di arrivare ovunque aprendo anche porte e addirittura cassetti.

Serengeti: standard

Corpo
Taglia medio grande. La corporatura è snella, flessuosa e atletica.
Testa
Piccola, alzata su un collo snello e lungo.
Orecchie
Lunghe, molto aperte alla base come nei gatti orientali e rotonde in punta.
Occhi
Grandi, bene aperti, un po’ inclinati, espressivi e vigili, solitamente color oro o ambra, è anche ammesso il verde chiaro “selvaggio” e il nocciola.
Coda
Può essere sia corta che lunga ma sempre spessa e si assottiglia gradualmente verso la fine.
Manto
Corto, senza sottopelo e maculato. Può essere oro, grigio e argento.
Zampe
Lunghe, atletiche e muscolose, con lunghezza che risulta ben proporzionata rispetto al resto del corpo.

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