È stata condannata in secondo grado alla pena di 12mila euro di multa per detenzione incompatibile di animali dalla Corte di Appello di Palermo Sezione Penale Liliana Francesca Signorello, che fino al 2017 risultava essere la presidente dell’associazione Laica (Libera Associazione Italiana per la Cura degli Animali). La donna era stata rinviata a giudizio in seguito al sequestro dei due rifugi per cani da parte dei Carabinieri del Nas di Palermo il 10 settembre del 2015. Le indagini avevano accertato le condizioni proibitive in cui vivevano i circa 150 cani “incompatibili con la loro natura e produttive di gravi sofferenze, in mezzo alla vegetazione spontanea infestata da pulci e zecche, in promiscuità tra animali ammalati, già deceduti ed animali sani”. Carla Rocchi, Presidente nazionale Enpa, afferma:
“Si tratta di una sentenza che rimette al centro la parola giustizia in una storia di sofferenza e, in tanti casi anche di morte, che ha coinvolto centinaia di cani. Reati crudeli e gravissimi che non potevano restare impuniti, ancor più quando la responsabilità ricade su una persona a capo di un’associazione che gli animali dovrebbe tutelarli. Ringrazio i Carabinieri del Nas di Palermo per le indagini che hanno portato a galla questa realtà, Claudia Ricci avvocato che segue questi procedimenti per Enpa da dieci anni e Corinne Tamburello della Rete Legale Enpa in Sicilia.”
La Corte di Appello di Palermo ha condannato l’imputata a 12.000 euro di multa e al pagamento delle spese processuali e al rimborso delle parti civili. La donna era stata assolta in primo grado dal Tribunale di Marsala suscitando grande indignazione nel mondo animalista: tanti cani sofferenti e deceduti erano stati considerati come un “fatto che non sussiste”. Ha concluso la Rocchi:
“Sentenze come questa sono fondamentali affinché non rimangano impunite le purtroppo ancora troppe realtà di canili lager che esistono in alcune zone del nostro Paese. Chi provoca così tanta sofferenza in esseri indifesi e innocenti deve pagare ”.
Noi di Amici di Casa concordiamo con le parole di Carla Rocchi e ci auguriamo che questa sia solo una delle tante sentenze che daranno giustizia a tutti gli animali costretti a vivere in condizioni così brutali.