E'  stato realizzato il primo "naso elettronico" in grado di fiutare la presenza di essere umani sotto le macerie, grazie ai gas emessi dalla pelle e dal respiro.

19 Maggio 2018 di Redazione

Il naso elettronico sostituirà i cani da soccorso nelle operazioni di salvataggio

E’  stato realizzato il primo “naso elettronico” in grado di fiutare la presenza di essere umani sotto le macerie, grazie ai gas emessi dalla pelle e dal respiro.

Uno studio pubblicato sulla rivista Analytical Chemistry dai ricercatori del Politecnico di Zurigo coordinati da Sotiris Pratsinis, conferma che il prototipo, formato da minuscoli chip, potrebbe prevedere un’applicazione su robot e droni, da utilizzare al posto dei cani da soccorso nella ricerca di uomini sotto le macerie di terremoti e esplosioni e sotto le valanghe.

L’Ateneo svizzero ha sviluppato il ” naso elettronico” che contiene una serie di piccoli sensori in grado di riconoscere alcuni gas che vengono prodotti in basse concentrazioni dal metabolismo umano:

  • acetone, emesso tramite il respiro
  • isoprene,emesso tramite il respiro
  • ammoniaca, emanata dalla pelle
  • anidride carbonica 
  • umidità

I test condotti ad Innsbruck dimostrano che il naso elettronico riesce a individuare le persone intrappolate in ambienti chiusi e il ricercatore Andreas Guntner spiega che “La combinazione dei sensori che percepiscono diversi composti chimici è molto importante perché le singole sostanze potrebbero derivare da fonti che non sono esseri umani. L’anidride carbonica, ad esempio, potrebbe venire da una persona sepolta ma pure da qualcosa che brucia”. 

Pratsinis aggiunge che tali meccanismi “Sono sensibili quanto la maggior parte degli spettrometri di massa, che costano migliaia di franchi svizzeri e sono ingombranti quanto una valigia. La nostra combinazione portatile costituisce il dispositivo più piccolo e meno costoso che sia sufficientemente sensibile per identificare persone intrappolate. Come prossimo obiettivo, vorremmo testarlo in condizioni reali, per vedere se è idoneo alle ricerche di superstiti dopo valanghe e terremoti“.

 

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