Ci sono casi in cui il nostro amico, per situazioni vissute in precedenza si può mostrare particolarmente refrattario all’interazione con il mondo umano

13 Luglio 2018 di Redazione

Come insegnare a non temere gli estranei

Ci sono casi in cui il nostro amico, per situazioni vissute in precedenza oppure a causa di una ridotta socializzazione verso gli esseri umani nei primi mesi di vita, si può mostrare particolarmente refrattario all’interazione con il mondo umano. Le reazioni di fuga o di abbaio per la distanza, quindi, devono essere gestite con estrema delicatezza,possibilmente facendoci affiancare da un esperto in comportamento.

L’obiettivo consiste nel modificare le emozioni avverse quali la paura e la collera, sostituendole con quella, piacevole, della gioia. Perché ciò accada, dobbiamo chiederci quali sono le cose che il nostro cane apprezza maggiormente, si tratti di giochi o di gustosi bocconi. Associando questi elementi positivi con la presenza delle persone riusciremo a rendere gli estranei preludio delle conseguenze piacevoli che ne deriveranno, così che le persone stesse diventeranno piacevoli.

Questo approccio è ancora più efficace qualora l’avvicinamento sia pianificato in modo progressivo, spostandoci noi verso le altre persone e impedendo ogni invasione dello spazio del cane. Quando il nostro amico si mostrerà ben disposto, fino ad annusare la nuova persona, lo loderemo premiandolo, allontanandoci poi con lui prima che il nostro “aiutante” possa muoversi. Con l’andare del tempo, è possibile attribuire alla conoscenza di un estraneo una parola specifica, così da introdurre un particolare “comando” per l’approccio al genere umano. Arrivati a tale traguardo, dobbiamo cercare di generalizzare il più possibile il comportamento di saluto, differenziando per sesso, età e caratteristiche somatiche. A questo punto, arriva il momento dell’avvicinamento reciproco: lo sconosciuto si avvicinerà a noi mentre stiamo passeggiando. Infine,noi staremo fermi per accogliere il nuovo arrivato, sino a consentire una vicinanza quasi intima. Se poi insegneremo al cane a guardarci mentre si avvicina un’altra persona o a mettersi seduto, avremo introdotto una serie di comportamenti incompatibili con la volontà di fuggire o di abbaiare.

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